La recente sentenza del Tar del Lazio, sezione II bis, ha stabilito che, nei i fondali marini al largo delle coste di Abruzzo, Puglia e Molise, si sospendano le trivellazioni alla ricerca di idrocarburi, perché avrebbero gravi conseguenze sull’ecosistema delle Isole Tremiti (parte integrante del Parco Naturale del Gargano) e, più in generale, del mare Adriatico.

È una sentenza ricca di implicazioni, quella con cui il Tar del Lazio ha annullato due Decreti che, a partire dalla primavera 2011, avevano sollevato una serie di proteste a livello locale, provocando la discesa in campo dei cittadini e delle associazioni ambientaliste delle regioni Abruzzo, Puglia e Molise e delle province di Foggia e Campobasso. I due Decreti (datati rispettivamente 23 marzo e 23 maggio 2011) sancivano di fatto la “compatibilità ambientale” della prima fase di ricerca di idrocarburi, riconosciuta alla Petroceltic Italia Srl nei fondali dell’Adriatico meridionale.

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L’impatto prodotto dalla realizzazione dei lavori sull’ecosistema adriatico sarebbe stato disastroso principalmente per due motivi: la vicinanza alle Isole Tremiti (parte integrante del Parco Naturale del Gargano) e l’uso della tecnica dell’air gun.

L’air gun è una modalità di ispezione particolarmente invasiva, che consiste nello sparare in direzione dei fondali marini bolle di aria compressa che – di rimando – restituiscono onde riflesse dalle cui caratteristiche è possibile desumere l’eventuale presenza di idrocarburi nel fondale. Una tecnica efficace dal punto di vista industriale, ma che, a livello ambientale, implica alcuni preoccupanti effetti collaterali, fra i quali la morte di pesci e crostacei e la perdita dell’udito degli stessi, con gravi problemi di orientamento per questi animali.

L’importanza della sentenza del Tar del Lazio è importante non è solo per le dirette implicazioni ecologiche, ma anche per quelle – più ampie – relative al diritto ambientale. 

L’abolizione dei due decreti, infatti, è stata giustificata dal tTibunale laziale in base a due motivazioni strettamente connesse: il fatto che i Decreti fossero stati emanati senza l’approvazione della Regione Puglia e la concomitante omissione di pubblicazione della notizia su un quotidiano pugliese di diffusione regionale.

Informazione e partecipazione della cittadinanza vengono, quindi, sanciti quali principi fondamentali e conditio sine qua non che sta alla base del diritto ambientale.

 

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