Inizia il conto alla rovescia per il progetto di Stefano Boeri: fra pochi mesi – presumibilmente entro l’estate –  Milano avrà il suo bosco verticale. Il progetto, ideato per il nuovo ecoquartiere di porta Nuova, è riflesso di una città che guarda al mondo e che si prepara all’attesissimo appuntamento con Expo 2015 raccogliendo in modo puntuale e originale le “ecosfide” provenienti dalle principali metropoli del mondo: da Sidney a Londra e Parigi.

L’idea di “metrobosco” è un’ipotesi all’ordine del giorno nei progetti di urbanistica e di architettura contemporanea: la finalità di fondo nasce dall’esigenza di riportare la natura all’interno delle mura cittadine, riconnettendo la metropoli al background  in cui nasce. In una parola: i parchi non bastano, le soluzioni orizzontali non sono sufficienti e devono essere necessariamente affiancate da nuove, più audaci ipotesi. Queste, quindi, le radici dell’idea: un progetto di forestazione metropolitana  pensato per rigenerare la biodiversità urbana senza che questo implichi un’ulteriore espansione della città nel territorio.

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Due torri –  una di 100, l’altra di 76 metri – collocate ai margini del sempre più innovativo quartiere Isola: sarà questo il volto del metrobosco milanese progettato dallo Studio Boeri.  Le torri, cuore pulsante di una Porta Nuova declinata in stile green, saranno interamente ricoperte da 900 specie di alberi e arbusti, alcuni dei quali alti fino a 9 metri: in tutto, circa 10.000 mq di superficie boschiva che creeranno un microclima ideale producendo umidità e filtrando CO2 e polveri sottili. Rigorosamente ecocompatibile sarà anche l’irrigazione delle specie arboree, che usufruiranno di un sistema basato su un impianto di filtrazione delle acque grigie.

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