Il fenomeno della rigenerazione urbana è d’interesse globale. In Italia nessuna legge nazionale, ma le regioni provvedono da sé

 

Promotore di un circuito di progetti mirati a ridar vita a quartieri in degrado e a riqualificare palazzi storici in abbandono, la rigenerazione urbana crea nuova economia e un rinnovato senso di comunità cittadina. Per dirla in breve, ridisegna le città costruendo, attraverso il sapiente riutilizzo degli spazi già esistenti, una società agile e più vicina al contemporaneo.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

L’ondata di coronavirus ha generato tante riflessioni di carattere sociale e ambientale. Riflessioni che suggeriscono di ripensare ancora una volta alla struttura delle città italiane. Il lifestyle urbano attraversa infatti un periodo di modifiche radicali che raccolgono l’esperienza vissuta durante l’emergenza sanitaria, e trascinano con sé la mai compiuta riforma urbanistica protratta dal ‘900 fino ai giorni nostri.

Nonostante vi sia una fluidità sempre più evidente dell’assetto sociale, del modello familiare e delle abitudini dei consumatori, oggigiorno è difatti assente un’accorata e concreta rigenerazione in campo urbanistico. Disinteresse politico e tornaconti di privati che escludono il profitto generale, hanno affondato l’unico piano urbanistico nazionale mai esistito in Italia, avanzato nel ’63 dal Ministro Fiorentino Sullo. Parlando di rigenerazione urbana, il discorso si fa ancora più complesso: nel 2019 il D.L. Sblocca cantieri è il primo a riportare un programma con progetti di questa natura, tuttavia il decreto risulta ancora in fase di modifiche.

Gli alti e bassi storici

Come asserisce il professore di Ingegneria civile Ivan Blečić, si stima che dal 1961 al 2011 lo Stato avrebbe potuto incassare infatti circa 1000 miliardi se solo avesse applicato la cosiddetta riforma Sullo. Tale riordino urbanistico fu però scartato favorendo l’interesse dei proprietari privati a discapito di quello comunitario. Scelta che provocò una serie di problematiche presenti tutt’oggi, nonché speculazioni edilizie che rallentano in Italia il processo di rigenerazione dell’edificato.

Dal Secondo Dopoguerra in poi le città italiane sono in attesa di un piano regolatore generale bioeconomico. Un piano di rigenerazione urbana che preveda la misura dei flussi di energia e la valutazione sociale degli interventi; e che veda una collaborazione tra pubblico e privato.

I giorni nostri

La rigenerazione urbana è fondamentale per arrestare le speculazioni ed abbattere le disuguaglianze sociali e territoriali. In Italia dobbiamo attendere sino agli anni Novanta per assistere a un cambiamento di questo genere.

Una dinamica progettuale sorta proprio in quell’epoca è il cohousing, termine inglese traducibile in ‘coresidenza’ al quale puntano diverse no-profit e start-up italiane. Pare sia proprio questo il campo più battuto adesso insieme alla progettazione di centri polifunzionali, tecnologici e green. È milanese il primo progetto cohousing avviato in Italia dal nome Coventidue: in piazza santa Maria del Suffragio, un palazzo in stile liberty è stato ristrutturato e riprogettato per accogliere 60 appartamenti.

Il D.L. Sblocca Cantieri e le leggi regionali

La prima legge nazionale con all’interno un programma che si avvicina al mindset di rigenerazione urbana risale al 18 aprile 2019 col D.L. Sblocca Cantieri. Tuttavia le continue modifiche ed emandamenti non hanno potuto avviare concretamente i lavori. Il quadro regionale invece si presenta molto più interessato al fenomeno urbanistico. Fanno capolino negli ultimi anni (al sud a partire dal 2002 in Calabria e dal 2008 in Puglia) alcune leggi specifiche che citano la parola “rigenerazione”.

È il caso della Lombardia (L.R. n°18 del 26 novembre 2019), del Piemonte (L.R. n°16 del 2018), del Veneto (L.R. n°14 del 4 aprile 2019), della Liguria (L.R. urbanistica n°23 del 29 novembre 2018), della Toscana (Legge sul governo del territorio del 2014), della Provincia autonoma di Trento (legge n°15 del 4 agosto 2015), della Campania (L.R. n°19 dell’11 novembre 2019), dell’Umbria (L.R. n°1 del 2015) e della Provincia autonoma di Bolzano (legge n°9 del 10 luglio 2018).

La rigenerazione urbana è un fenomeno che ha reso recuperabili quartieri in degrado e palazzi storici abbandonati di valore inestimabile. Tuttavia non va intesa come qualcosa riguardante esclusivamente l’edilizia e la riqualificazione di edifici. Sarebbe riduttivo. È più corretto considerarla una azione sociale generativa che lotta a sostenere le fasce più deboli della popolazione. Il periodo post-Covid può essere considerato come un’opportunità per il ripensamento delle politiche urbane ed edilizie nazionali, ma soprattutto un motore per la ripresa del settore.

Condividi su:
Martina Tolaro

Martina Tolaro

Martina Tolaro, curator ed editor freelance. Ho collaborato con imprese culturali creative nazionali e artisti internazionali. Scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici