L’inquinamento atmosferico: le soluzioni per risolverlo, una volta per tutte

I cambiamenti climatici sono ormai una realtà. Insieme ad essi c’è anche l’inquinamento atmosferico che attanaglia le città del mondo. Tutto ciò finisce solo per allarmarci, come accade con titoli come i seguenti:

Inquinamento, il lockdown non salva Milano: il biossido d’azoto nell’aria resta oltre i limiti (Fonte: la Repubblica)

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici

Inquinamento, dati allarmanti: «Picchi di biossido di azoto» (Fonte: Il Secolo XIX)

Il problema è che pensando così l’unico risultato a cui andremo incontro è quello di preoccuparci, sentendoci impotenti. In più, ci potrebbe venire l’impulso di voltare pagina, pensando a qualcosa di meno allarmante. Intanto, però, il problema rimane lì. Questa, dunque, è la cattiva notizia. Quella buona è che le soluzioni per arginare l’inquinamento atmosferico ci sono. Eccone un esempio.

Una pausa dall’inquinamento atmosferico: l’esperienza durante il lockdown

Durante il lockdown abbiamo vissuto un’esperienza unica. Essendo dovuti rimanere tutti (o quasi) a casa per contenere il contagio, non abbiamo potuto usare le auto. In più, gran parte delle industrie è rimasta chiusa. Ciò ha causato gravi ripercussioni economiche. Dal punto di vista meteorologico, però, le cose sono andate diversamente. Infatti, abbiamo potuto respirare un’aria che più pura non potevamo ottenere!

Una volta ripristinata la mobilità, l’aria pulita è diventata un lontano ricordo. Però ci sono alcuni Paesi nel mondo che si stanno attrezzando per rendere invece l’inquinamento atmosferico una lontana esperienza. Secondo alcuni ambientalisti, prima di arrivare a questo risultato è doveroso essere consapevoli che il cambiamento è necessario e possibile da realizzare. Questo è proprio quello che è accaduto ai cittadini di Kathmandu. Qui, i residenti hanno visto per la prima volta dopo tanto tempo il Monte Everest nella sua interezza. Senza la nebbia del fumo e dello smog, insomma.

Tra gli Stati che stanno agendo per ridurre l’inquinamento atmosferico c’è la California.

Soluzioni made in USA

C’è da dire, innanzitutto, che la California ha compiuto passi in avanti in tema di tutela ambientale già dagli anni Ottanta. Prima di quel tempo, infatti, Los Angeles, San Jose e Oakland erano invase dal fumo dell’inquinamento per circa 200 giorni all’anno. Col passare del tempo, però, i giorni con maggior inquinamento si sono ridotti a circa 140. Come è stato possibile raggiungere questo risultato? Semplicemente riducendo la dipendenza del Paese dal carbone, introducendo una legislazione più severa in tema di tutela ambientale e spingendo i cittadini a usare maggiormente servizi di trasporto pubblico ecologici.

Il cammino verso la sostenibilità dell’ambiente, però, non si è fermato a quegli anni. Infatti, alcune associazioni ambientaliste hanno realizzato delle soluzioni in tempi recenti. Tali associazioni sono riuscite a rendere consapevole il governo che per rendere l’aria più pulita è necessario non trascurare i quartieri più poveri, dove vivono neri, asiatici e minoranze etniche (i cosiddetti quartieri BAME, da Black, Asian e Minority Ethnic). Ciò perché questi quartieri si trovano vicino alle fonti di inquinamento. Pertanto, sono quelli più interessanti da una pessima qualità dell’aria.

L’associazione ambientalista californiana

Tra le associazioni che sono riuscite a far progredire lo Stato in ambito ambientale c’è quella guidata da Margaret Gordon. Non è una persona nuova in questo campo. Infatti, per quasi trenta anni ha realizzato delle campagne di tutela ambientale presso il quartiere di West Oakland. Si tratta di un’area particolarmente interessata dall’inquinamento. Infatti, si trova circondata da un porto a forte affluenza di navi, da due autostrade, da industrie varie e da un sito di contenimento del carbone. Tutti questi “ingredienti” non hanno apportato benefici, anzi, tutt’altro. Molti bambini, infatti, soffrono di crisi d’asma e sono costretti a ricorrere a degli inalatori per interromperle e ricominciare a respirare normalmente.

Nel corso del tempo, Margaret Gordon ha fondato il West Oakland Environmental Indicators Project a cui hanno partecipato anche degli scienziati. L’obiettivo, poi raggiunto, è stato quello di dimostrare che le comunità più povere corrono più rischi di ammalarsi rispetto a chi vive in condizioni più agiate. Ciò a causa proprio dell’inquinamento atmosferico. Tutti questi sforzi, comunque, hanno portato a un risultato. È diminuito l’inquinamento proveniente dal porto del 74% rispetto ai valori del 2008. Non solo: oltre a ciò Gordon ha contribuito alla realizzazione della legge AB617 che considera prioritariamente le comunità locali per la creazione di piani volti a ridurre l’inquinamento.

Gli Stati Uniti, però, non sono gli unici ad aver realizzato iniziative di questo tipo per rendere l’ambiente migliore. Numerosi passi avanti sono stati compiuti in Europa: basti pensare alla Danimarca e al nostro Paese. Senza dimenticare la strategia messicana da premio Nobel.

Condividi su:
Dario Portaccio

Dario Portaccio

Laureato in Informazione, Editoria e Giornalismo, oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al percorso di formazione biennale dell'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo, con cui sono diventato giornalista pubblicista.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici