L’ingegneria climatica contribuisce a risolvere il riscaldamento globale, a patto che sia sensibile, moderata e temporanea.

Il riscaldamento globale diventa un problema sempre più urgente da risolvere man mano che ci si avvicina al 2030. In quell’anno, infatti, i firmatari dell’Agenda 2030 dovranno dimostrare di aver raggiunto tutti e 17 i suoi obiettivi. Tra di essi vi sono quelli relativi alla riduzione delle emissioni di gas serra e del surriscaldamento globale. Per fare ciò, un aiuto lo potrebbe fornire l’ingegneria climatica. Di cosa si tratta? Scopriamolo insieme.

Contrastare il riscaldamento globale si può con l’ingegneria climatica

L’ingegneria climatica è una scienza che unisce la chimica con l’ingegneria e la tecnologia. Ne sono esempi gli alberi artificiali “piantati” in aree non coltivate. Il loro compito è catturare grandi quantità di CO2 dall’aria. Questo tipo di ingegneria usa la tecnologia e l’azione di sostanze, come il solfato o la calcite, per pulire l’aria e per assorbire CO2 dagli oceani; in tal modo, si evita la loro acidificazione. Inoltre, queste sostanze possono essere spruzzate nella stratosfera. La luce del Sole viene, così, riflessa e, di conseguenza, si riduce la temperatura della Terra. L’ingegneria climatica così pensata non ha grandi effetti pericolosi per il clima. A patto, però, che sia sensibile, moderata e temporanea. Parola di David Keith.

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Si tratta di un’ingegneria climatica sensibile, perché un eventuale cambiamento sarà progressivo, controllato o, nel caso, interrotto. È moderata poiché la quantità di solfato o di calcite immessa nell’atmosfera sarà adeguata a ridurre l’aumento della temperatura senza annullarlo. Infine, è temporanea, perché sarà utilizzata fino all’eliminazione dei gas serra e al ripristino dei livelli di CO2 antecedenti la rivoluzione industriale.

L’effetto così prodotto è simile a quello che segue un’eruzione vulcanica. La relativa nube blocca i raggi solari e, così, la temperatura della Terra diminuisce, anche se di poco. Lo stesso risultato si ha con l’ingegneria climatica. Tra l’altro, quest’ultima è stata più volte sostenuta da Paul Crutzen, Premio Nobel per la Chimica. Secondo il suo parere, dovremmo applicarla per via dei lenti progressi fatti per il clima.

Un modo alternativo per contrastare i cambiamenti climatici

L’ingegneria climatica, dunque, permette di dare un po’ di sollievo al clima. Non è, però, l’unica via per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030. Accanto ad essa, infatti, vi sono altre soluzioni ai cambiamenti climatici, realizzabili, funzionanti e già messe in pratica (link al relativo articolo).

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Dario Portaccio

Dario Portaccio

Laureato in Informazione, Editoria e Giornalismo, oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al percorso di formazione biennale dell'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo, con cui sono diventato giornalista pubblicista.

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