Cresce la raccolta differenziata: calati del 25% i rifiuti domestici in un solo anno. Rifiuti zero in 309 comuni italiani.

Negli ultimi due anni la raccolta differenziata è prepotentemente tornato sotto i riflettori del dibattito pubblico. E a supporto di questa lotta ci sono numerose iniziative in continua crescita, tra cui spicca il movimento Rifiuti Zero.

Un fenomeno, importato in Italia per la prima volta a Capannori (Lucca) nel 2007 da Rossano Ercolini, in netto aumento nel nostro Paese. Sono oltre 6,8 milioni le persone coinvolte nel movimento nazionale dei Comuni a Rifiuti Zero censiti dal Centro di Ricerca Rifiuti Zero, istituzione che ha creato un sistema di garanzia per la virtuosità di città e paesi in merito a questa filosofia di gestione dei rifiuti. Oggi ne fanno parte 309 comuni (tra cui Napoli, Parma e Livorno) e ogni giorno nascono nuove iniziative che guardano nella stessa direzione. 

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L’evoluzione della strategia rifiuti zero negli ultimi 20 anni

Nato alla fine degli anni ’90, questo movimento sponsorizza l’idea di un’economia circolare, nella quale i rifiuti si riducono al minimo tramite il riciclo e il riutilizzo. Si tratta di una filosofia portata avanti da molte organizzazioni no-profit nei 5 continenti. Questo sistema è all’opposto di quello attuale, dove solo una parte di rifiuti viene riciclata, mentre il resto viene abbandonato nelle discariche.

La tendenza sta crescendo anche in Europa, dove nascono ogni giorno nuovi ristoranti e hotel a ridotto consumo di rifiuti, e i dati iniziano a essere confortanti anche a livello domestico. A inizio 2020 solo in Italia i rifiuti domestici sono risultati in calo del 25% rispetto al 2019, secondo il rapporto dell’Osservatorio Waste Watcher.

Riuso e riutilizzo, c’è ancora molto da fare

Il problema è chiaramente di livello mondiale, ed è dunque necessaria una linea d’azione di lungo periodo. E sono gli stessi Stati a doverla mettere in pratica, coordinandosi gli uni agli altri e agevolando le industrie nella riconversione.

Ognuno di noi, tuttavia, può dare un proprio contributo semplicemente cambiando alcune abitudini. Un esempio è la spesa: avere con sé una borsa di tela (o comunque riutilizzabile) e acquistare cibo sfuso sono due accortezze che permettono di ridurre il consumo dei sacchetti e degli imballaggi di plastica. Allo stesso tempo si possono abbandonare bottigliette e cannucce di plastica per acquistarne versioni lavabili. In generale, si devono preferire gli oggetti che durano a lungo e riutilizzare quando possibile quello che normalmente si butta.

Un’altra opportunità è l’applicazione ToGoodToGo, dove ogni giorno si può acquistare cibo fresco invenduto ad un prezzo ribassato presso le attività aderenti. E la sua crescente popolarità (21 milioni di iscritti a livello mondiale) è un ulteriore effetto della sempre maggiore sensibilità della popolazione verso il pianeta. Un pianeta che si spera possa portare la raccolta differenziata a zero rifiuti. Non siamo ancora arrivati al riciclo al 100%, come si sperava 10 anni fa, ma indubbiamente la strada intrapresa è quella giusta.

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Riccardo Ruzzafante

Riccardo Ruzzafante

Riccardo Ruzzafante, ho studiato Scienze Storiche all'Università di Torino. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. E tu cosa stai aspettando?

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