La tecnologia per promuovere un consumo di qualità si trasforma in app e arriva al servizio di tutti

Dall’ultimo rapporto FAO è emerso che ogni anno circa un terzo di tutto il cibo prodotto per il consumo umano è perso o sprecato.

Una situazione che impatta negativamente sulla società per almeno due fattori: l’accentuarsi delle disuguaglianze sociali e un peggioramento della situazione climatica, del suolo, e più in generale della biodiversità. È come un cane che si morde la coda: produciamo in prima persona cibo in eccesso che poi va a inquinare l’ambiente in cui viviamo.

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Quantitativamente parlando, il cibo prodotto ma non consumato occupa quasi 1,4 miliardi di ettari di terra che equivale al 30% della superficie agricola del mondo. Solo in Europa sono 47 milioni le tonnellate di cibo sprecato che provengono dalle nostre case. In primis frutta e verdura (42%) seguite da cereali con il 22% e radici e tuberi al 18%.

Percentuali dei prodotti riguardanti lo spreco alimentare, suddivisi per tipologia.

Sensibilità in crescita

L’assegnazione del Premio Nobel per la Pace al WFP (World food program) dell’ONU e gli obiettivi stilati nell’Agenda 2030, che includono tra gli altri quelli dell’approvvigionamento alimentare, non fanno che aumentare il livello di sensibilizzazione in questo senso. 

Segnali positivi stanno arrivano anche, e soprattutto, dal mondo tecnologico. L’utilizzo della tecnologia, specie in questi mesi, si è rivelato pionieristico e ha contribuito allo sviluppo di app utili alla riduzione dello spreco alimentare. 

Queste consentono di mettere in contatto chi ha un eccesso di cibo, come ristoranti, gastronomie, negozi con chi invece ne è sprovvisto. 

Too good to go, troppo buono per essere buttato.

L’app più diffusa in Europa, si chiama Too good to go: ideata da una startup danese (ed è anche un movimento finalizzato a ridurre lo spreco alimentare) dà la possibilità ad ognuno di noi di essere protagonista.  I pilastri su cui si focalizza sono quattro: persone, aziende, scuola e politica con progetti.

Scaricando l’applicazione sullo smartphone o sul tablet, si ha la possibilità di entrare direttamente in contatto con le attività commerciali che offrono prodotti invenduti. Con un piccolo contributo, che varia dai 3 ai 5 euro, è possibile acquistare la Magic Box: una selezione a sorpresa di prodotti freschi rimasti invenduti dall’attività commerciale selezionata.

A oggi quasi un milione e mezzo di pasti sono stati salvati in Italia grazie all’adesione di oltre 7000 strutture tra bar, ristoranti, supermercati, panetterie e hotel che hanno già  scaricato e utilizzato l’app. Il motto è: “salva il cibo, aiuta il pianeta”, facendo intendere come lo spreco alimentare sia effettivamente un tema su scala globale. 

App da ogni parte del mondo

Anche al Salone del Gusto di Torino, quest’anno in modalità completamente virtuale, è stata presentata la nuova app giapponese  Tabete di Taichi Isaku. Funziona più o meno come Too good to go ed è inclusa in un progetto più ampio all’interno del movimento Slow Food Nippon. 

Taichi ha raccontato a Buone Notizie il suo progetto innovativo: “Abbiamo lanciato la nostra app mobile perché eravamo alla ricerca di  una soluzione sostenibile e di forte impatto che riducesse davvero lo spreco alimentare su base giornaliera. La nostra è una start up finalizzata a mettere in contatto chi ha un eccesso di cibo con chi non ne ha: sono avanzi di prodotti freschi, di giornata, e quindi anche la qualità del cibo è elevata. A oggi abbiamo già 1500 negozi300.000 utenti – e abbiamo salvato 65.000 pasti dai rifiuti. Sono numeri importanti che ci spingono ad avanzare e stilare un programma che si diffonda il tutto il Giappone e oltre”.

Attraversando l’oceano anche l’America adotta la tecnologia per ridurre lo spreco alimentare. Nello specifico la USDA, il dipartimento federale degli Stati Uniti per l’Agricoltura, ha lanciato Food Keeper. Si tratta di un’app per dispositivi Apple e Android che avverte quando gli alimenti nel frigorifero o nella dispensa sono vicini alla data di scadenza. In questo senso la tecnologia ha una duplice valenza: ridurre lo spreco e prevenire possibili intossicazioni alimentari dovute al cibo avariato. 

Sulla scia di queste iniziativa, sono presenti altre app come Regusto, che funziona come una vetrina in cui le attività commerciali possono rendere disponibili e acquistabili i prodotti avanzati. Oppure My Food che si occupa di raccogliere segnalazioni dei supermercati che propongono gli alimenti vicini alla data di scadenza a prezzi scontati. 

Un sistema economicamente sostenibile non sembra essere più utopia. E per contribuire maggiormente e in maniera costruttiva alla lotta contro lo spreco alimentare, Too good to go ci indica anche sei linee guida da seguire: pianificare i pasti, utilizzare anche prodotti meno belli esteticamente, imparare a leggere le date di scadenza, conservare gli alimenti nel modo giusto, riutilizzare e riciclare, sfruttare la tecnologia al nostro servizio.

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Chiara Bigarella

Chiara Bigarella

Chiara Bigarella collabora con BuoneNotizie.it grazie allo stage annesso al percorso di formazione dell’Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo per diventare giornalista pubblicista

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