Attualità

Il Papa in Medio Oriente nel nome della fratellanza

di 11 Maggio 2009Marzo 5th, 2017No Comments

Papa Benedetto XVI è in visita ufficiale in Medio Oriente, la prima del suo papato, durante la quale ha visitato la Giordania e si appresta a fare visita allo Stato ebraico di Israele. In tre giorni, le tre grandi religioni monoteistiche dunque si ritrovano formalmente più vicine che mai, con il più alto rappresentante della Chiesa Cattolica che si reca presso un Paese musulmano prima e lo Stato ebraico per antonomasia, Israele, poi.

In Giordania il Papa ha esaltato il coraggio della comunità cristiana che vive in Medio Oriente, sottolineando quanto possa essere difficile, in un momento storico delicato come quello che stiamo vivendo sull’onda degli attacchi dell’11 settembre, riuscire a convivere nonostante le formali differenze. I Cristiani in Medio Oriente attraversano un periodo particolarmente difficile, attanagliati tra il fondamentalismo di minoranze facinorose che ne rendono ardua la presenza. Come se non bastasse, in alcuni Paesi, come il Libano, i Cristiani si trovano coinvolti nelle lotte di potere (stavolta a livello politico) che sconvolgono il Paese, risultando addirittura divisi al loro interno e, di conseguenza, perdendo peso politico e sociale.

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Nei giorni scorsi è arrivata la notizia che l’Egitto ha deciso di abbattere almeno 300.000 capi di bestiame suino, temendo la diffusione della cosiddetta influenza suina. Questi animali sono una delle fonti di sostentamento della comunità cristiana copta egiziana (circa 8 milioni di persone) che, in questo modo, verrebbe duramente colpita. Tutto ciò, nonostante sia ormai chiaro che la malattia non si diffonde dagli animali all’uomo. Anche in questo caso, la misura del Presidente Mubarak sembra essere più che altro una scusa per mettere in ginocchio i Cristiani (e c’è da dire che, ancora una volta, le motivazioni sembrano essere più politiche che religiose o ideologiche, dal momento che molti musulmani che dissentono dal regime hanno trattamenti anche più duri).

La visita del Papa ribadisce la necessità di giungere ad un dialogo costruttivo, proprio nelle terre in cui tutte le grandi religioni sono nate e si sono sviluppate. Il viaggio in Israele contribuirà a calmare le acque, dopo le polemiche tra Gerusalemme e il Vaticano degli ultimi mesi, riportando un po’ più di armonia tra i due Stati e le due religioni, soprattutto in un momento in cui in tutta Europa sembrano riaccendersi piccoli focolai antisemiti (come dimostrano i fatti di Atene di ieri). La visita ha un valore simbolico molto forte, nella misura in cui dà un segnale a tutti i fedeli cristiani, ebrei e musulmani che la strada del dialogo è percorribile e che tutti gli sforzi per percorrerla debbono essere fatti.

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Stefano Torelli

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