In un comunicato stampa congiunto , UNICEF e OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) hanno reso noti i dati del “Rapporto 2011 sulla mortalità infantile” (2011 Report “Levels & Trends in Child Mortality”) dai quali si evince che il tasso di riduzione della mortalità infantile nell’Africa sub sahariana è raddoppiato in dieci anni, passato dall’1,2% del periodo 1990-2000 al 2,4% del decennio 2000-2010. Secondo il Rapporto, il numero di bambini al di sotto dei 5 anni che muoiono ogni anno si è ridotto da oltre 12 milioni a 7,6 milioni e che, ogni giorno, sopravvivono 12.000 bambini in più rispetto a dieci anni fa.

“La riduzione della mortalità infantile è legata a molti fattori, in particolare ad un maggiore accesso ai servizi sanitari nel periodo neonatale. Così come la prevenzione e la cura delle malattie infantili, una migliore nutrizione, la distribuzione dei vaccini, e l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari” ha dichiarato Margaret Chan, Direttore generale dell’OMS. “Aumentare gli investimenti sulle popolazioni più svantaggiate, ci permetterà di salvare più bambini, in modo più rapido e più efficace.” ha aggiunto Anthony Lake, direttore generale dell’UNICEF. Entrambi concordano sul fatto che l’impegno dei governi e la messa a punto di strategie per eliminare le barriere che, a livello locale, limitano l’accesso e l’uso dei servizi essenziali sono stati fattori vincenti. Nel 2010, il Niger è stato il paese col più alto tasso di riduzione della mortalità infantile al mondo, seguito da Malawi, Liberia, Timor-Leste e Sierra Leone.

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Dal Rapporto si evince che i miglioramenti e i progressi ottenuti sono senza dubbio incoraggianti, anche se non mancano alcuni dati preoccupanti. Innanzitutto, nel 2010, l’82% dei decessi infantili si accentrava in due sole regioni del pianeta – l’Africa sub-sahariana e l’Asia meridionale – e circa la metà della mortalità infantile globale si concentrava in soli 5 paesi: India, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Pakistan e Cina. Inoltre, se dalla totalità dei decessi al di sotto dei 5 anni viene scorporata la categoria dei neonati, si evince che il tasso di mortalità resta ancora troppo alto: purtroppo il 40% dei piccoli muore entro il primo mese di vita e più del 70% entro il primo anno di vita.

”La notizia che il tasso di mortalità infantile nell’Africa sub-sahariana stia diminuendo due volte più velocemente rispetto a dieci anni fa, dimostra che si possono fare progressi anche nelle aree più povere del pianeta. Ma non possiamo dimenticare, neppure per un attimo, il dato scioccante secondo il quale circa 21.000 bambini muoiono ogni giorno per cause prevenibili”, ha puntualizzato Lake. Nell’Africa sub-sahariana i decessi infantili sono in costante diminuzione, ma, come sottolinea il Rapporto, tale trend positivo non è ancora sufficiente per raggiungere il quarto Obiettivo del Millennio ( Goal 4 ), che prevede la riduzione di due terzi del tasso di mortalità infantile al di sotto dei 5 anni di età entro il 2015. “Investire nella salute dei bambini è denaro speso ben” ha concluso Chan “ed è necessario accelerare gli investimenti in questa direzione nei prossimi anni”.

Per approfondire:

FAO: in calo i prezzi alimentari mondiali      
L’Africa svolta: fame sconfitta dalla prossima generazione 
Rapporto FAO: diminuisce la fame nel mondo

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Laura Pavesi

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