Nel cuore del Polesine, a Ceregnano, comune di circa 4.000 abitanti in provincia di Rovigo, è stato istituito l’”Assessorato alla Felicità”, fortemente voluto dal sindaco – Ivan Dall’Ara – e dalla Giunta Comunale. La squadra di governo di Ceregnano (insediatasi lo scorso maggio 2011) ha deciso di istituire un assessorato davvero singolare, espressamente dedicato alla felicità della cittadinanza ed affidato all’attuale vicesindaco, Elena Dall’Oco.

Se è vero, come sostengono alcuni esperti, che la felicità della popolazione non si misura e non dipende esclusivamente dal PIL, appare interessante la sperimentazione di un assessorato unico nel suo genere. I principali obiettivi dell’Assessorato alla Felicità sono due: aiutare i cittadini nello svolgimento delle pratiche burocratiche amministrative e creare momenti di aggregazione. I soldi risparmiati con il taglio dei cellulari aziendali (online si trovano, al contrario, i cellulari personali) e di altre spese ritenute non essenziali vengono investiti, ad esempio, anche in feste e – in alcuni casi – in regali per la cittadinanza.

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“La gioia e’ un diritto per tutti”, ha dichiarato Dall’Ara (nella foto a lato), “Dobbiamo riappropriarci di un equilibrio urbano fatto di passeggiate, relazioni, respiro e godimento”. La felicità non si costruisce per legge, ma si può agevolare e favorire: “Non si tratta di una provocazione”, ha chiarito subito il primo cittadino, “A volte ci dimentichiamo che la felicità non è uno stato di grazia, ma un diritto naturale. Le leggi servono a rimuovere gli ostacoli che impediscono di essere felici. Elena Dall’Oco è la persona giusta”.

Altrettanto convinta della validità di questo progetto è proprio Elena Dall’Oco (nella foto sotto), assessore alla felicità e vicesindaco nonché assessore alle politiche per la famiglia e la casa, politiche sociali e integrazione per l’immigrazione, volontariato, associazionismo, terzo settore, protezione civile e politiche della sicurezza. “Il paese che ha istituito l’assessorato alla felicità”, ha spiegato Dall’Oco, “non può che cercare, oltre a regolare la vita amministrativa nel miglior modo possibile, di ideare iniziative per fornire ai suoi abitanti momenti di svago e di felicità”. “Lo scopo è perseguire il benessere della comunità, sottolinea il vicesindaco, “La felicità è una condizione soggettiva, ma noi dobbiamo raggiungere un obiettivo per l’intera comunità”.

La giunta comunale, inoltre, in occasione del Capodanno 2012, ha reso noto un “decalogo” per affrontare il nuovo anno col sorriso sulle labbra. Il sindaco Dall’Ara, ottimista per natura, afferma che “bisogna avere ottimismo a prescindere da tutto. Ci si deve allenare a sorridere un po’ di più”. E dichiara: “Io sono della classe 1952 e fino a pochi mesi fa ero sicuro di andare presto in pensione, mentre ora i tempi si allungano. Ma non me la prendo troppo”. Mentre Dall’Oco suggerisce di: “Sdrammatizzare, credere in se stessi e guardare con un sorriso al lato positivo delle cose, al bicchiere mezzo pieno, anche in tempo di crisi”.

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Laura Pavesi

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No Comments

  • Gianluca Albertini ha detto:

    Una piccola precisazione. La felicità non è solo personale ma anche della comunità in cui si vive. E per comunità s’intendono anche gli animali che sono presenti (in casa e sul territorio).
    Ai due obiettivi (aiutare nelle pratiche burocratiche e creare momenti di aggregazione) ne mancherebbe un terzo: informare ed educare i cittadini a esprimere la propria solidarietà ed empatia e compassione verso gli altri: umani e non umani.
    Non so se la felicità sia un diritto naturale e di sicuro non è uno stato di grazia, ma lo si può e si deve rivendicare come diritto sociale per il benessere della collettività degli esseri senzienti. I risparmi, come i contributi regionali dedicati, dovrebbero essere investiti in azioni che riguardano anche quei cittadini che hanno relazioni con i propri animali di affezione o con le colonie feline presenti sul territorio.
    E’ assolutamente vero che le leggi servono anche a rimuovere gli ostacoli che impediscono di essere felici. E’ per questo che mi chiedo a cosa servono le leggi esistenti di tutela degli animali e contro il fenomeno del randagismo se non si educa alla felicità individuale e con l’Altro?
    Il decalogo dovrebbe anche comprendere il riconoscimento dei diritti egli animali e la possibilità di cibarsi di cibi vegetariani. fornendo indicazioni alle scuole, alle mense, ai ristoranti di predisporre menù alternativi, non solo per la salute ma soprattutto per il rispetto della vita degli altri
    Oltre al sorriso occorre un fare atti concreti, quello che si è sempre evitato, occuparci con empatia degli animali non umani. E non è difficile: basta chiedere a un bambino, cresciuto con amore e rispetto della vita, se si deve uccidere un animale (atto che non da felicità) per vestirsi, alimentarsi, fare ricerca, divertirsi, fare sport o ricordare le tradizioni con la presenza di animali. Eppure si può cambiare stile di vita. E nell’alimentazione si possono riadottare le proteine vegetali (numerose sono le specie di legumi: quasi sempre ignorate nei menu delle scuole, per non parlare nei ristoranti, le verdure, la frutta fresca e secca e, se si vuole, anche i prodotti industriali a base di soia).
    Giusto, sdrammatizzare questa situazione, creata da egoisti speculatori, banche e istituzioni finanziarie furfanti, e politici “mariuoli”, non dimentichiamo però che se non s’includono gli altri, quelli sempre omessi nelle relazioni, discussioni o dichiarazioni, perché fa comodo, oppure fatti oggetto di carità e di pietà, la felicità sarà sempre di una ben determinata parte dei cittadini, fermandosi quindi al conseguimento di un obiettivo purtroppo parziale. Ne sono coscienti i 7 milioni di italiani vegetariani e i 600.000 vegani di questo paese, stimati negli ultimi sondaggi.
    Con alcuni emendamenti mi sembra comunque che l’idea di un assessorato alla felicità sia un evento di rilievo e da diffondere ovunque per il benessere di tutti gli esseri senzienti (umani e non umani).

    Delegato provinciale per Varese Movimento Antispecsita

  • Riccardo Rodella ha detto:

    Caro Gianluca, va bene il tuo commento, opinioni libere, tuttavia per una volta lasciamo spazio alla BUONA NOTIZIA e teniamo fuori i “soliti discorsi” di cui siamo stufi…e magari anche l’ennesimo buco dove infilarsi per fare propaganda. Abito a Ceregnano e sono orgoglioso di questa iniziativa, possiamo commentarla e migliorarla all’infinito, tuttavia vuole essere da esempio e una spinta verso una direzione che non deve necessariamente essere di rinuncia e frustrazione. Possiamo continuare a pensare positivo e ad impegnarci in tal senso. Questo giornale online ne è l’esempio, questa iniziativa ne è l’esempio. “Non è importante ciò che accade, ma quello che fai con ciò che accade”.

    Riccaro Rodella
    Semplice cittadino di Canale di Ceregnano (Rovigo)

  • Laura Pavesi ha detto:

    Riccardo,
    grazie per averci portato la tua testimonianza, quale cittadino di Ceregnano, giustamente orgoglioso di questa bella iniziativa.

    Auguri di un positivo e “felice” 2012 da tutta la redazione di BuoneNotizie.

  • Carlos Lazari ha detto:

    Belissima iniciativa em se criar um departamento sobre a felicidade em vossa comunidade. Agora entendo o porque de meus avós terem sido tão felizes aqui no Brasil. Eles, sem dúvida, trouxeram a felicidade de Ceregnano. Parabens!!!

  • Cowboy ha detto:

    Un suggerimento all’assessore alla felicita’ e’ quello di regolarizzare la prostituzione anziche’ reprimere la sessualita’. I maschi italiani ringrazierebbero. Ciaooo

  • Luigi ha detto:

    Lodevole la vostra iniziativa.Chi la pensa diversamente,lo fa solo perchè nel suo comune non lo faranno mai!La felicità è x sempre…