Ottimi i risultati rivelati dal Ministero della Salute in merito al controllo dei livelli di pesticidi contenuti nei prodotti ortofrutticoli del nostro paese: secondo le stime, solo lo 0,6% della frutta fresca e lo 0,3% dei cereali risulterebbero al di sopra del livello massimo consentito. Davvero un buon risultato, se si pensa che la media europea dei prodotti messi al bando risulta tre volte superiore.

Il Ministero della salute e le regioni garantiscono controlli ferrei, orientati a tutelare la salute di tutti i cittadini, ma soprattutto quella dei bambini. Il ministro alle Politiche Agricole, Mario Catania, afferma: “Il consumo della frutta e della verdura fresca è la migliore pratica alimentare che possa essere consigliata, sia per gli adulti che per i bambini. La frutta, la verdura e i cereali italiani sono di qualità eccellente anche in virtù delle tecniche di produzione utilizzate dai nostri agricoltori, rispettose dell’ambiente e della salute dei consumatori.

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Le parole del ministro capitano a proposito rispetto alla polemica che ha recentemente coinvolto il mondo pediatrico italiano; un paio di settimane fa, infatti, la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) aveva destato preoccupazione sostenendo che, in Italia, il 50% della frutta e il 35% del grano coltivati contengono quantità di fitofarmaci superiori alla soglia consentita e invitando di conseguenza i genitori italiani a preferire gli alimenti industriali ai cibi freschi. L’affermazione aveva immediatamente suscitato la reazione dell’Associazione Culturale Pediatri (ACP), che aveva accusato la FIMP di salvaguardare gli interessi della grande industria.

I dati forniti dal Ministero della Salute, invece, confermano la qualità della frutta e dei cereali italiani, ma non solo: considerati nel quadro dell’evoluzione delle normative europee in materia di pesticidi, i risultati italiani rappresentano la prova tangibile di un trend decisamente positivo e non solo per quanto riguarda il 2011. A partire dal 2008, la Comunità Europea ha messo a punto una legislazione via via più efficiente in materia di controlli dei livelli di pesticidi, con il consolidamento del ruolo dell’EFSA (l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) come principale organo di valutazione nella fissazione degli LMR (livelli massimi di residui). In questo contesto, l’Italia ha maturato un percorso improntato ad un sensibile e progressivo miglioramento.

Già dal 2006 al 2007 (cioè prima dell’irrigidimento degli standard europei in materia) la percentuale di prodotti italiani contenenti quantità eccessive di fitofarmaci era scesa dal 4,4% del 2006 al 3,5% del 2007; nei due anni successivi la percentuale è ulteriormente scesa, passando dal 2,2% del 2008 all’1,4% del 2009. I risultati attuali, quindi, anziché costituire un’eccezione temporanea, sembrano confermare un trend ormai più che consolidato.

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Martina Fragale

Martina Fragale

Giornalista pubblicista dal 2013 grazie alla collaborazione con BuoneNotizie.it, di cui oggi sono direttrice. Mi occupo di temi legati all’Artico e ai cambiamenti climatici; come docente tengo corsi per l’Ordine dei Giornalisti e collaboro con l’Università Statale di Milano.

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