Il 2012 è iniziato mettendo a dura prova l’italica mobilità. Muoversi in questi giorni di freddo straordinario può essere davvero difficile: per chi viaggia in aereo, le piste d’atterraggio trasformate in enormi lastre di ghiaccio sono causa di ritardi e notevoli disagi.

Chi può, rimane in casa. Ma chi non può permettersi questo lusso è costretto a sfidare le intemperie e mettersi in moto, confidando nella sola clemenza del meteo. Ma come attenuare lo stress da ritardi e cancellazioni di chi, per qualsiasi motivo, è obbligato a viaggiare in aereo?

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Un’ottima soluzione al problema delle lunghe attese aeroportuali arriva da oltre Manica. Si chiama Yotel!, l’idea è semplice e funziona: si tratta di mini stanze d’albergo, ma all’interno del terminal aeroportuale, nelle quali i viaggiatori possono sostare per qualche ora. Gli ideatori di questo originale servizio sono Sir Simon Woodroffe – imprenditore britannico già creatore della celebre catena di ristoranti giapponesi, YO sushi! – e Gerard Greene. Woodroffe ha a vuto la brillante idea in seguito ad un viaggio in prima classe: particolarmente colpito dal lusso e dalle comodità offerte della compagnia aerea, l’eccentrico imprenditore ha pensato di trasferire il lusso di quel tipo di viaggio alle, spesso interminabili, ore di attesa prima di un imbarco aereo.

Ed ecco che nel 2007, Woodroffe dà vita all’esperimento Yotel!, una piccolissima catena di alberghi molto particolari. Yotel sviluppa il concetto dei capsule hotel giapponesi (in cui spazi minimali vengono affittati ad ore, per dormire o rilassarsi) e lo adatta alle esigenze di una donna o un uomo d’affari, costretti a viaggiare frequentemente e che si trovano a dover trascorrere un elevato numero di ore in aeroporto.

Yotel è attualmente presente negli aeroporti europei di Gatwick e Heathrow a Londra e Schiphol as Amsterdam, e – solo in quest’ultimo – il servizio si trova nell’area riservata ai soli passeggeri che già hanno effettuato il check-in. Le condizioni di essenzialità offerte da Yotel hanno un approccio molto orientato al business e in ragione di ciò tutte le camere (piccole sì, ma non quanto le capsule nipponiche) sono equipaggiate di WiFi, televisione a schermo piatto, scrivania e doccia a diffusione.

Ma Yotel non è la sola ad offrire un servizio simile. Da qualche anno, infatti, anche a Mosca è possibile schiacciare un pisolino negli sleep-box, stanzette realizzate di materiale ecosostenibile nelle quali riposare, sempre che non si soffra di claustrofobia. Lo stesso vale per le napcabs di Monaco di Baviera e le Sam’s Snooze di Nuova Deli.

Anche la statunitense MiniSuites offre dei piccoli spazi (a metà strada tra le capsule giapponesi e Yotel) super accessoriati e muniti addirittura di un servizio che informa l’ospite sullo stato del volo e lo avvisa in prossimità dell’imbarco. Il servizio è attualmente disponibile negli aeroporti statunitensi di Atlanta e Philadelphia. Le stanze si possono prenotare da un minimo di un’ora e gli sconti si cominciano ad applicare a partire dalle quattro ore di permanenza.

Per il momento, in Italia questo servizio non è ancora disponibile. E con i numerosi ritardi registrati in questi giorni, una comodità del genere non sarebbe poca cosa al fine di alleviare gli inevitabili disagi dovuti ai ritardi dei voli. Che dire, poi, se tutte le compagnie aeree offrissero in aeroporto stanzette confortevoli nelle quali rilassarsi ad ogni passeggero che ha subito un ritardo ritardo nel volo?

 

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Valentina Marchioni

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