Statue, bronzetti, corredi funerari: un cospicuo patrimonio artistico del valore commerciale di 2 milioni di euro è stato recuperato dal Reparto Operativo del Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e potrà finalmente tornare in Italia.

Sono più di 200 i reperti archeologici recuperati da musei, gallerie d’arte e collezioni private statunitensi. Fra gli oggetti figurano due statue in marmo di età romana, un bronzetto romano conosciuto come la Venere di San Giovanni in Perareto (trafugato esattamente cinquant’anni fa dal Museo Civico di Rimini), una pergamena seicentesca e un ricco corredo funerario.

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La refurtiva – recuperata in seguito a ricerche condotte con la collaborazione delle autorità americane – era in possesso di collezionisti ed enti museali di rilievo come il Metropolitan Museum di New York e il Princeton University Art Museum, nonché di artisti e galleristi e della società Humana Inc: la consegna delle opere da parte dei vari collezionisti (ovviamente del tutto ignari di aver acquistato reperti rubati), è avvenuta spontaneamente, senza bisogno di rogatorie o pressioni di alcun tipo.

L’arma vincente dell’operazione è stata proprio questa: la sinergia e lo spirito di collaborazione a livello internazionale, che hanno convogliato i diversi sforzi verso un obiettivo comune, consentendo il ritorno delle opere trafugate alla loro terra d’origine.

Il successo e le modalità di sviluppo dell’operazione testimoniano anche un altro aspetto: quanto, cioè, il problema del furto di opere d’arte dal Bel Paese – lungi dall’essere recepito come una problematica locale – sia sentito e riconosciuto anche a livello internazionale.

In Italia, parlare di “furto di opere d’arte” induce immediatamente a pensare alla Gioconda (in realtà regolarmente pagata a Leonardo dal committente e confluita nelle collezioni dei re di Francia), alle razzie di Napoleone (al quale, tuttavia, si deve anche la prima catalogazione sistematica dei beni artistici italiani) o al furto massiccio di capolavori perpetrato dai nazisti (e arginato in seguito all’opera di recupero dell’agente segreto Rodolfo Siviero, soprannominato “lo 007 dell’arte”).

In realtà, più che un retaggio storico, il furto di opere d’arte costituisce un problema attualissimo. I risultati conseguiti a seguito di operazioni delle forze dell’ordine come quella recentemente portata a termine, mostrano come l’unica risposta realmente efficace sia da cercare nella collaborazione internazionale, nella messa a punto di sinergie che sappiano superare i confini nazionali e consentano di valutare il problema all’interno di una prospettiva più ampia ed internazionale.

 

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Martina Fragale

Martina Fragale

Giornalista pubblicista dal 2013 grazie alla collaborazione con BuoneNotizie.it, di cui oggi sono direttrice. Mi occupo di temi legati all’Artico e ai cambiamenti climatici; come docente tengo corsi per l’Ordine dei Giornalisti e collaboro con l’Università Statale di Milano.

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