Arriva dall’Inps una buona notizia: è prevista l’erogazione di voucher per tutte le neo-mamme che sono costrette a rientrare al lavoro e, di conseguenza, ad avvalersi dell’aiuto di una baby sitter.
Le neo-mamme avranno il diritto di chiedere la corresponsione dei voucher dalla fine della maternità obbligatoria per gli 11 mesi successivi, in alternativa all’utilizzo del periodo di congedo facoltativo per maternità e le cifre dei voucher saranno modulate in base ai parametri Isee.

La novità, introdotta dal Disegno di Legge per la riforma del mercato del lavoro, è che i cosiddetti “buoni lavoro” distribuiti dall’Inps potranno essere richiesti anche per il servizio di baby sitting, che fino ad oggi era escluso. Scopo dell’iniziativa è promuovere e sostenere la partecipazione femminile al mondo del lavoro e favorire la conciliazione tra lavoro e famiglia.

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Nel Disegno di Legge per la riforma del mercato del lavoro si legge: “Al fine di promuovere la partecipazione femminile al mercato del lavoro, si intende disporre l’introduzione di voucher per la prestazione di servizi di baby sitting. Le neo-mamme avranno diritto di chiedere la corresponsione di detti voucher alla fine della maternità obbligatoria, per gli 11 mesi successivi, in alternativa all’utilizzo del periodo di congedo facoltativo per maternità. Il voucher è erogato dall’Inps. Tale cifra sarà modulata in base ai parametri Isee della famiglia”.

Ma non è tutto: è importante ricordare che, attualmente, i voucher dell’Inps non vengono più erogati solamente ai ragazzi di età compresa tra i 16 e i 25 anni, ma anche a lavoratori part-time, pensionati, cassaintegrati, lavoratori extracomunitari, inoccupati e disoccupati. Ogni lavoratore, in un anno, può ricevere buoni lavoro per un totale di 5.000 euro netti per ogni singolo datore di lavoro. Tutti ottimi motivi per avvalersi dei buoni lavoro anche per la baby sitter, contribuendo così a contrastare il lavoro nero e diffondere la cultura della previdenza.

Come spiega bene l’Inps, infatti, utilizzando i voucher “il datore di lavoro, oltre ad agire nella legalità, beneficia anche di una copertura assicurativa Inail, al pari del lavoratore, il quale, oltre al compenso non soggetto a tassazione, beneficia anche del versamento dei contributi all’Inps che andranno ad alimentare la sua posizione contributiva e potranno essere usati in futuro per la pensione, mentre i cassaintegrati possono cumulare complessivamente fino a 3.000 euro netti l’anno”.

 

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Laura Pavesi

Laura Pavesi

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