I dipendenti di Alexia, storica azienda di trafilati in alluminio della Valchiavenna, in provincia di Sondrio, hanno accettato la remunerazione ridotta: 5 ore al giorno pagate al 100% e 3 pagate all’80%. In questo modo, grazie al contratto di solidarietà, nessuno sarà licenziato o messo in cassa integrazione.

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Il 22 aprile scorso Alexia aveva annunciato l’acquisto di un lotto di terra nei pressi dello stabilimento di Gordona per procedere alla costruzione di una quarta linea produttiva e all’attivazione di impianti per la finitura del prodotto. La notizia, ovviamente accolta con entusiasmo da parte  di tutti i dipendenti, aveva riscosso successi anche nel mondo industriale e politico valligiano, che proprio in ciò vedeva la speranza di una via d’uscita alla crisi.

L’Assessore per le attività produttive dell’ente comprensoriale, Ivo Biavaschi, era arrivato ad affermare che, attraverso quest’operazione di ampliamento, l’azienda (la Alexia, ndr) avrebbe potuto aumentare il numero degli operati dello stabilimento, i quali  sarebbero passati da 140 a 200 unità.

A meno di un mese dall’euforico annuncio, però, dalla stessa Alexia, era giunta la notizia della sospensione dell’acquisto del terreno e, cosa ben più grave, l’ipotesi di cassa integrazione per un numero non ben identificato di operai. Ma, poche ore dopo, i rappresentanti sindacali avevano trasmesso la notizia dell’accordo raggiunto tra vertici aziendali, maestranze e e sindacati, di avviare un contratto di solidarietà per tutti gli operai il cui lavoro è legato al ciclo produttivo dello stabilimento di Gordona. In questo modo, sono alcune decine gli operai che, grazie a questo contratto, potranno continuare a lavorare regolarmente ed evitare la cassa integrazione.

Da questa settimana, infatti, per tutti questi lavoratori, scatta la remunerazione ridotta: 5 ore al giorno saranno pagate al 100%, mentre le restanti 3  saranno pagate all’80% dello stipendio lordo. Adottando la soluzione del  contratto di solidarietà, i lavoratori a rischio saranno tutelati almeno per il prossimo anno, al termine del quale – come impone la legge – sarà tempo di stipulare un nuovo accordo e, possibilmente, reintegrare le ore.

Da parte sua, anche la Regione Lombardia ha deciso di venire incontro ai lavoratori sotto contratto di solidarietà, inserendo questa categoria tra quelle esenti dal pagamento del ticket per le prestazioni sanitarie.

 

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Valentina Marchioni

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