Equitalia è un pò più “umana”: sono già in vigore, infatti, dallo scorso mese di marzo – anche se passate sostanzialmente in sordina – nuove regole, meno restrittive, sulle cartelle esattoriali. Regole stabilite sia dal Governo sia dall’agenzia di riscossione tramite, rispettivamente, il decreto legge del 2 marzo sulla semplificazione fiscale (ma anche alcune norme contenute nel decreto Salva Italia) e alcune direttive della stessa Direzione centrale di Equitalia.

Le nuove regole sono incentrate su semplificazione ed elasticità e si sono rese necessarie a causa della seria condizione economica del paese. Come riassume la stessa Equitalia in un comunicato stampa del 27 marzo scorso: Più tempo per pagare a rate le cartelle, importo variabile a seconda delle necessità, meno documenti da presentare allo sportello per debiti fino a 20.000 euro”.

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Ma vediamo nel dettaglio le nuove regole di Equitalia:

1) è possibile chiedere un aumento della rateizzazione – già concessa – di ulteriori 6 anni, per i contribuenti che avranno dimostrato un peggioramento della loro situazione economica;

2) è stata portata da 5.000 a 20.000 euro la soglia per ottenere la rateizzazione con una semplice richiesta motivata che attesti la propria situazione di temporanea difficoltà, senza la necessità di presentare ulteriore documentazione agli sportelli di Equitalia;

3) sono state introdotte rate variabili e crescenti, anziché a rate costanti;

4) si decade dalla rateizzazione solo se non sono state pagate due rate consecutive, mentre in precedenza era sufficiente il mancato pagamento della prima rata o successivamente, di due rate anche non consecutive.

La decisione presa da Equitalia si basa sulla “previsione che in futuro la condizione del contribuente migliorerà”. Equitalia fa anche sapere che “non iscrive ipoteca nei confronti di un contribuente che ha chiesto e ottenuto di pagare il debito a rate” e che chi ha ottenuto la rateizzazione non è più considerato inadempiente e può partecipare alle gare d’appalto”.

In questo modo, Governo ed Equitalia cercano  di salvare il tessuto produttivo sano, quello che si trova in momentanea difficoltà per la congiuntura economica negativa, per lo scarso accesso al credito e, in molti casi, per il mancato saldo dei debiti delle Pubbliche Amministrazioni.

 

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Simona Martini

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