Lo ha dichiarato il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli: “Posto di fronte all’alternativa di salvare una vita o di salvare lo spread, io non ho nessun tipo di remora e nessun tipo di indecisione”. Nel mettere al primo posto la sicurezza per i cittadini,  Gabrielli riporta in primo piano la tragedia dei lavoratori morti in fabbrica per il terremoto e si dice “sconcertato” per le critiche di “eccesso di zelo” che ha ricevuto in questi giorni, proprio in un momento che, invece, richiederebbe grande sensibilità.

“Mi preoccupa profondamente – ha detto il capo della Protezione Civile, a margine della presentazione a Bologna del concerto di solidarietà per i terremotati in programma il prossimo 25 giugno – il fatto che oggi, in questo territorio, dove non abbiamo ancora seppellito i morti, ci si pone il problema che Gabrielli fa ordinanze per “eccesso di zelo” e “ammazza” l’attività produttiva. Allora mi pongo questa legittima domanda : ma qual è la mia forza, quando debbo dire alle istituzioni e ai cittadini “mettetevi in sicurezza” se, con i morti ancora da seppellire, questa sensibilità e già venuta meno?'”.

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Il capo della Protezione Civile ha ricordato le 26 vittime del terremoto, di cui “15 riguardano il problema degli insediamenti produttivi. Significa – ha spiegato – che il 60% delle vittime attiene a questo problema”. Per quanto riguarda le misure necessarie per la ripresa economica delle zone terremotate, Gabrielli ha assicurato il massimo impegno. “Non dico – ha sottolineato – che non dobbiamo trovare un percorso in qualche modo più agevole e ci stiamo battendo per questo”.

Gabrielli si è poi detto “sconcertato” che “non ci si soffermi nemmeno un momento sul fatto che queste persone sono morte perché, evidentemente, quegli edifici non erano adeguati. Quello che mi sconcerta – ha ribadito il capo della Protezione Civile – è che non si abbia nemmeno il buon gusto di aspettare di seppellire i morti”.  Rispondendo a quanti lamentano che le ordinanze della Protezione Civile “abbattono l’economia”, Gabrielli ha precisato: “è un’affermazione molto forte, perché significa che sto diventando “potente” quanto il terremoto”.

Fonte: www.agi.it

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Laura Pavesi

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