Via libera dall’Assemblea di Unioncamere al progetto di ridisegno dell’organizzazione territoriale delle Camere di commercio e di ridefinizione ed accorpamento delle funzioni. Lo scenario ipotizzato porterebbe, a regime, ad una ottimizzazione dei costi del sistema, che sono interamente sostenuti dalle imprese attraverso il diritto annuale, con significativi benefici a vantaggio delle imprese stesse.

Le parole-chiave dell’ipotesi di riforma delle Camere di Commercio, presentata in occasione della 136ª Assemblea dei presidenti delle Camere di commercio in corso a Venezia, sono: razionalizzazione per rendere il sistema camerale ancora più efficiente; contenimento dei costi attraverso economie di scala; miglior utilizzo delle risorse umane; rimodulazione dei budget per liberare ulteriori risorse da mettere a disposizione delle azioni di supporto alle imprese.

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Il sistema camerale”, ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, “è pienamente consapevole di dover raccogliere la sfida della competitività e dello sviluppo del Paese, e che ciò comporta la riorganizzazione dei propri servizi e un riordino complessivo dei propri assetti istituzionali. Ciò che ci proponiamo è di rispondere in modo ancora più efficace ed efficiente alle istanze delle imprese, da cui unicamente derivano le risorse economiche di cui il nostro sistema dispone”.

Il ridisegno approvato dall’Assemblea di Unioncamere parte dalla considerazione che la comunità di riferimento delle Camere di commercio sono le imprese, che operano in un mercato “aperto”, non vincolato dai confini territoriali di natura amministrativa.

Questo fa sì che le logiche di riassetto basate unicamente sull’estensione del territorio e sulla popolazione, utilizzate finora, non risultino adeguate alle Camere di commercio, per le quali si dovrebbero prioritariamente seguire criteri di aggregazione economica e di equilibrio di bilancio.

Per questa ragione, la proposta approvata dall’Assemblea di Unioncamere persegue l’obiettivo:

  • di definire con decreto del Ministero dello Sviluppo economico la circoscrizione territoriale di competenza di ciascuna Camera di commercio;
  • di riorganizzare la rete camerale prevedendo come condizione necessaria che ciascuna Camera di commercio sia in grado di auto-sostenersi, potendo contare su un sufficiente equilibrio economico per adempiere a tutti i compiti istituzionali assegnati dalla legge;
  • di garantire al tempo stesso un’adeguata diffusione territoriale, in modo da salvaguardare la vicinanza funzionale al tessuto imprenditoriale.

Il percorso individuato consentirebbe di definire la circoscrizione territoriale di ogni Camera di commercio sulla base del grado di omogeneità dei territori e soprattutto della tipologia di tessuto economico che li contraddistingue.

Contestualmente alla riorganizzazione territoriale, l’Assemblea di Unioncamere ha approvato anche uno schema di razionalizzazione del sistema, basato sull’accorpamento a livello regionale, interregionale e nazionale di alcune funzioni.

Il ridisegno di funzioni, secondo gli studi effettuati da Unioncamere, porterebbe a regime ad una ottimizzazione dei costi del sistema, liberando risorse aggiuntive a favore dello sviluppo economico che potrebbero essere destinate allo svolgimento di eventuali nuove funzioni al servizio delle imprese, senza oneri aggiuntivi da parte dello Stato.

 

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No Comments

  • Alfonso ha detto:

    Alcuni Enti pubblici hanno nel loro bilancio la erogazione, a fondo perduto, di contributi ai CRAL interni, per fini sociali, culturali, ecc. rivolti al personale interno. Vorrei sapere se la spending review (legge di stabilità) per il 2013 prevede la soppressione di tali contributi, solitamente e regolarmente iscritti in bilancio.
    Grazie.

    Alfonso Di Camillo