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Commissione Europea Antimafia: chiesta estensione confisca dei beni a tutta l'UE

L’Italia è il paese più avanzato in Europa (e nel mondo) nell’azione di contrasto alle mafie: per questo, durante la missione della Commissione Europea Antimafia – in trasferta questa settimana nel nostro Paese, tra Palermo e Milano – è stato formalmente chiesto all’Unione Europea di estendere a tutti i Paesi membri la confisca dei beni alla criminalità organizzata e di introdurre

, anche nella legislazione comunitaria, il reato di “criminalità organizzata di stampo mafioso”, che – invece – in Italia esiste fin dal 1982.

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”Tempi troppo brevi di prescrizione, la mancanza del reato di autoriciclaggio e di falso in bilancio: sono queste le tre azioni che renderebbero più efficace la nostra legislazione antimafia, che è buona ma, grazie a questi strumenti, potrebbe conseguire risultati maggiori. Per questo abbiamo chiesto l’estensione europea dello strumento della confisca, delle misure di prevenzione e del riuso sociale dei beni confiscati”. E’ quanto ha dichiarato l’eurodeputata Rita Borsellino, sorella del giudice Paolo Borsellino, a margine dei lavori della Commissione Europea Antimafia in missione questa settimana in Italia.

L’iniziativa europea ha fatto tappa anche a Milano, dove ”è emersa la proposta di istituire una Commissione antimafia comunale, che potrebbe essere estesa ai Comuni italiani più grandi”, ha aggiunto Rita Borsellino, “ma potrebbe avere, allo stesso tempo, una dimensione transnazionale se venisse realizzata anche in altri paesi europei. Al contempo, si è parlato della dotazione di un Certificato Antimafia Europeo”.   

”Le ultime infiltrazioni mafiose al Nord”, ha osservato l’europarlamentare, “hanno mostrato anche nuove fragilità nel sistema economico, al punto da spingerci a chiedere l’estensione dello strumento dei collaboratori di giustizia anche ai reati di corruzione.

“Le misure di prevenzione e confisca presenti sono gli aspetti che risultano più ostici da far comprendere all’Unione Europea, che non conosce il reato di criminalità organizzata di stampo mafioso, che in Italia invece esiste dal 1982. Ciò rende il nostro Paese più avanzato nell’azione di contrasto alle mafie, specie se si considerano gli enormi passi avanti fatti dopo le stragi del 1992. Lo scopo di questi lavori”, ha spiegato Rita Borsellino,“è mettere a punto una serie di strumenti di analisi e integrazioni per arrivare a norme comunitarie”.

“Il nostro obiettivo”, ha sottolineato la presidente della Commissione Europea Antimafia, l’eurodeputato Sonia Alfano, “è arrivare ad un Testo Unico Antimafia per tutta l’Europa. La nostra delegazione in Italia segna un passaggio fondamentale per il nostro lavoro. Le informazioni fornite nell’ambito delle audizioni dai relatori sono di straordinaria rilevanza e saranno molto utili. Per questo mi sento di dire che non si tratta di una visita meramente simbolica”. 

“Questa giornata”, ha concluso Sonia Alfano, “è pregna di sentimenti di gratitudine nei confronti di chi ha sacrificato la propria vita per combattere il crimine organizzato di stampo mafioso. Nei confronti di queste persone, le migliori che il nostro Paese abbia conosciuto, abbiamo un debito enorme. Con il nostro lavoro stiamo cercando di rendere onore a tutti loro e di evitare che altri debbano subire la stessa terribile violenza da parte delle mafie”.

 

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