Nello specifico, si legge nel Rapporto, oltre 900.000 controlli sono stati effettuati dal Servizio Sanitario Nazionale: di questi, 660.000 hanno riguardato imprese alimentari nelle quali la percentuale di non conformità è risultata del 10%, mentre le restanti 258.000 hanno riguardato stabilimenti di prodotti di origine animale, con il 9% di non conformità.
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SostieniciAmmontano a 205.000, invece, le ispezioni compiute, nel 2011, da Agenzia delle dogane, Carabinieri per le Tutela della salute e per le Politiche agricole e alimentari, Corpo forestale dello Stato, Capitanerie di porto e Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi. Sebbene il numero maggiore di controlli sia stato effettuato dall’Agenzia delle dogane (pari a 96.000) sono stati i Carabinieri per la tutela della salute a far registrare le maggiori quantità sequestrate, quasi 12 milioni di kg di alimenti, per un valore di oltre 807 milioni di euro.
Quanto ai prodotti controllati e sequestrati, Legambiente e Movimento di difesa del cittadino sottolineano come il 47% dei controlli abbia riguardato il vino, per un valore economico dei prodotti sequestrati pari a 7 milioni di euro.
Da parte sua, il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, ha sottolineato come “i dati illustrati nel rapporto evidenziano il grande lavoro svolto dalle forze dell’ordine e dagli enti preposti, per scoprire le frodi e i rischi che minacciano le nostre tavole, la salute e tutto il sistema di produzione agroalimentare di qualità, che ci rende famosi nel mondo”.
“Eppure, una maggiore sicurezza potrebbe essere ottenuta attraverso l’applicazione di norme più severe sull’etichettatura e sulla tracciabilità dei prodotti alimentari e, soprattutto, inserendo temi certi per i procedimenti giudiziari che riguardano le frodi alimentari: effettuare le analisi in tempi rapidi, infatti”, ha sottolineato il presidente di Legambiente, “permetterebbe di controllare efficacemente la filiera e di risalire alla fase del danno, prima che i prodotti adulterati vengano diffusi”.
Fonte: AGI