Il Demanio ha lanciato un nuovo progetto di recupero e valorizzazione del suo patrimonio immobiliare dismesso, spesso di pregio. Il progetto si chiama “Dimore d’Italia” e punta a coniugare economia, arte e turismo.

Italia: il paese delle “cento città” e delle “mille chicche”. Il Bel Paese pullula di dimore storiche abbandonate e di antichi edifici dimessi: perché abbatterli o venderli all’asta, se è possibile recuperarli incrementando, allo stesso tempo, i flussi turistici e l’economia del territorio? È in questo senso che si è mosso il Demanio lanciando “Dimore d’Italia”: un progetto pensato appositamente per valorizzare i molti edifici dimessi disseminati sul territorio italiano.

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Crescita economica e occupazionale, attraverso la creazione del Pil e conseguente riduzione del debito: secondo Stefano Scalera, Direttore dell’Agenzia del Demanio, gli obiettivi del progetto si riassumono in questo binomio, che ha visto una recente applicazione a Bologna grazie ad un accordo, siglato il 7 novembre scorso, attraverso il quale è stato messo a punto con il Comune un piano di 200 milioni di euro orientato al recupero di 19 ex caserme. L’accordo firmato a Bologna è  importante passo che dovrebbe dare il via a un processo su larga scala.

La creazione dell’Sgr è il primo passaggio, tutto il resto è consquenziale. Bisognerà partire prima della fine della legislatura se si vuole arrivare a un valore pari all’1% Pil del 2013 – ha osservato Stefano Scalera – Noi, aspettando la Sgr, continuiamo a preparare progetti come quello di Bologna, come quello di Torino, come quello della Regione Toscana. Sono tutti progetti che hanno la doppia valenza di creazione del Pil, e quindi crescita, e riduzione del debito.

 

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