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Export: cresce il "Made in Italy" agroalimentare

Di fronte alla contrazione della domanda interna, l’unico motore di crescita per l’Italia resta l’export, in particolare quello agroalimentare, che regge meglio alle fluttuazioni dei mercati. A settembre 2012, infatti, le esportazioni dei prodotti agricoli freschi e dell’industria alimentare crescono rispettivamente del 5,4% e dell’1,1% annuo, in netta controtendenza rispetto all’andamento generale (-4,2 per cento tendenziale). Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando i dati sul commercio estero diffusi dall’Istat.

Nonostante le difficoltà del settore, che sta subendo pesantemente gli effetti del maltempo e che già veniva da un’estate di siccità -osserva la Cia- e a dispetto dell’aumento dei costi produttivi e degli oneri fiscali, a partire dall’Imu, l’agricoltura e l’agroalimentare in genere si dimostrano vitali ed economicamente strategici per il Paese.

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Eppure, ancora troppo spesso sono trascurati dalle Istituzioni. Invece, oggi, occorre investire nel settore primario, nelle sue potenzialità anche oltreconfine -evidenzia la Cia.

Bisogna rafforzare la capacità delle imprese agricole di esportare e di investire all’estero, creando strumenti normativi che le sostengano direttamente, semplificando e razionalizzando le risorse. E poi serve una politica di promozione efficace sulle vetrine internazionali che riporti i prodotti della nostra agricoltura sulla scia positiva del successo di pasta, parmigiano e vino “made in Italy” nel mondo.

E’ molto importante, soprattutto in una fase come quella attuale, in cui la domanda estera dà un apporto essenziale a sostegno del comparto agricolo e alimentare quando i consumi interni invece ristagnano.

Fonte: AGI

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