Buone notizie per il futuro del nostro Paese: in un’Italia corrotta, bloccata nell’incertezza come pochi altri paesi dell’Unione Europea (simile solo a Grecia e Bulgaria), esiste un “luogo” virtuale dove chiunque abbia voglia di stimolare una riflessione positiva e proattiva per provare a cambiare la società, può farlo.

Si tratta di Change.org, la più grande piattaforma di petizioni al mondo, che incoraggia le persone, dovunque si trovino, a realizzare il cambiamento che vogliono vedere. Change.org dà a tutti la possibilità di iniziare una petizione, vincere una battaglia –piccola o grande- comunque importante, utile a migliorare la società in cui viviamo.

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L’ultima sfida lanciata alla nostra società la propongono due associazioni: “Libera: Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” e “Gruppo Abele”. La prima, è una associazione nata nel 1995 che si batte per la lotta alle mafie e promuovere legalità e giustizia, inserita nel 2012 dalla rivista The Global Journal nella classifica delle cento migliori Ong del mondo come unica organizzazione italiana di “community empowerment”. La seconda, il “Gruppo Abele”, è invece un’associazione torinese impegnata per rimuovere emarginazione, disuguaglianza e smarrimento.

Ebbene, Libera e Gruppo Abele hanno lanciato insieme “Riparte il futurola petizione gratuita da sottoscrivere, rivolta a tutti i candidati alle prossime elezioni politiche, affinché sottoscrivano 5 impegni contro la corruzione, ovvero:

1) Inserire nella propria campagna elettorale la promessa di continuare il rafforzamento della legge anticorruzione iniziato con la riforma del novembre 2012.
2) Pubblicare il proprio Curriculum Vitae con indicati tutti gli incarichi professionali ricoperti
3) Dichiarare la propria situazione giudiziaria e quindi eventuali procedimenti penali e civili in corso e/o passati in giudicato
4) Pubblicare la propria condizione patrimoniale e reddituale
5) Dichiarare potenziali conflitti di interesse personali e mediati, ovvero riguardanti congiunti e familiari

L’idea è quella di rilanciare il nostra Paese, chiedendo a chi intende rappresentarci all’interno e all’esterno dei confini nazionali, di voler aderire a quei principi democratici incompatibili con l’individualismo e la disonestà. Una dimostrazione di partecipazione politica, così lontana da un atteggiamento apatico, indifferente e rassegnato.

Viviamo nell’era digitale, passiamo più della metà della nostra vita nei carruggi di internet che vale dunque la pena di usare la rete per far crescere il germe della speranza per costruire, finalmente e insieme, un futuro migliore e chiedere alla politica di diventare trasparente, e finalmente al servizio del bene comune, cioè il nostro.

 

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