Siamo fieri di aver creato un ambiente sano e pulito, una fonte di aggregazione interetnica, una sorta di oratorio laico”. Parola di Andrea ed Elisa Cecchetti, due fratelli di Perugia che hanno preso il coraggio a due mani, rivoluzionando d’emblée il piccolo bar di cui sono proprietari. Come? Eliminando le slot machines e organizzando una serie di originali attività aggregative per i nuovi e i vecchi clienti del locale.

Ogni giorno, in Umbria, circa 2 milioni di euro vengono divorati dalle numerose slot machines che “infestano” i bar della regione. Le vittime sono tante e diverse: anziani che cercano di gonfiare di qualche euro la loro magra pensione e che finiscono invece per consumarla fino all’ultimo centesimo, studenti che si giocano la mancia settimanale, casalinghe annoiate, disoccupati e giovani immigrati che navigano in cattive acque. Certo, ogni slot machine ha il suo memento che recita “il gioco crea dipendenza” o ammonisce a “giocare con moderazione”, ma l’effetto suona come moneta falsa e ricorda le omonime scritte che costellano i pacchetti di sigarette. La piccola rivoluzione urbana dei fratelli Cecchetti è partita proprio da qui.

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Il bar Sant’Erminio di via Eugubina – a Perugia – era un locale come tanti: intorno alle sue tre slot, i clienti facevano la ressa. Qualcuno andava al bancone supplicando che gli si facesse credito, alcuni alzavano le mani, altri dovevano essere messi alla porta dai proprietari perché non sperperassero la loro pensione fino all’ultimo centesimo. Ogni tanto, poi, scattava qualche furto: tre, per la precisione, sempre e comunque catalizzati dall’incasso delle macchinette. C’era bisogno di un cambiamento. Radicale.

Detto fatto: fuori le slot, dentro il wi-fi, i libri, il cineforum, il doposcuola e i laboratori di cucina multietnica. Forse nelle prime settimane il bar dei fratelli Cecchetti ha perso qualche cliente e ha visto assottigliarsi un po’gli incassi, ma nel lungo periodo ha guadagnato in clientela e in qualità di vita. Oggi, apre alle sette di mattina e non chiude mai i battenti prima di mezzanotte. La mattina, il locale è frequentato da studenti attratti dal wi-fi e dai disabili dell’attiguo centro diurno “San Giuseppe”. Di pomeriggio e di sera, l’ambiente si anima ancora di più: i bambini vengono a frotte per il doposcuola, gli studenti leggono e discutono e le mamme – umbre, africane e latinoamericane – si sfidano in gare gastronomiche a suon di cous-cous e strufoli perugini.

 

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Martina Fragale

Martina Fragale

Giornalista pubblicista dal 2013 grazie alla collaborazione con BuoneNotizie.it, di cui oggi sono direttrice. Mi occupo di temi legati all’Artico e ai cambiamenti climatici; come docente tengo corsi per l’Ordine dei Giornalisti e collaboro con l’Università Statale di Milano.

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