Grande qualità nonostante gli scarsi mezzi: questo il dato che emerge dal Rapporto biennale sullo stato del sistema dell’Università e della Ricerca prodotto dagli esperti dell’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca). All’interno di un contesto non semplice per i ricercatori italiani, a causa delle poche risorse messe a disposizione (l’Italia rispetto alla media dell’area Ocse, spende in media il 30% in meno), i livelli della ricerca del nostro Paese, calcolati in termini di pubblicazioni e citazioni, superano in eccellenza altri stati come la Germania, la Francia e il Giappone. Secondo i dati, l’Italia spicca nelle scienze matematiche e fisiche, nelle scienze della terra e nelle scienze mediche.

Gli esperti sottolineano comunque che le risorse messe a disposizione sono direttamente proporzionali alla qualità della ricerca e quindi l’Italia deve lavorare in questa direzione. Il plauso va comunque alle menti italiane che, nonostante le ristrettezze in cui versano gli Atenei, si sono distinti con lavori di altissima qualità.

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Il rapporto, inoltre, mette in luce altri ambiti sui quali poi il nostro Paese deve lavorare: l’Italia rimane tra i più bassi per quota di laureati perché secondo l’Anvur, non ci sono corsi di laurea professionalizzanti, il che scoraggia i giovani dall’iscriversi agli Atenei. Altra questione è il diritto allo studio: la copertura per borse di studio e aiuti è passata dall’86% al 69%, il che non permette ancora un accesso globale a tutti coloro che vorrebbero iscriversi all’università, ma che non ne hanno i mezzi.

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