Silvia Romano è finalmente libera. È questa la notizia che pone la parola fine a una logorante storia iniziata 18 mesi fa in Africa. “La felicità è talmente grande che scoppia. Non mi interessa di nessun altro, solo di riabbracciare mia figlia dopo 17 mesi”: queste le parole commoventi di Enzo Romano, padre della giovane donna 25enne rapita, ma ora in rientro in Italia. Ripercorriamo la sua storia fortunatamente a lieto fine.

Silvia Romano: una storia di coraggio e di umanità

Si è laureata con una tesi sulla terribile piaga della tratta degli esseri umani presso una scuola per mediatori linguistici per la sicurezza e la difesa sociale. Una forte passione totalmente umana volta a cambiare il mondo in meglio. È questo il motivo fondamentale che l’ha portata a entrare a far parte di “Africa Milele Onlus”, una piccola associazione umanitaria che ha come obiettivo quello di realizzare programmi di supporto all’infanzia, come quello di creare una casa orfanotrofio per dare asilo a 24 bambini che hanno perso entrambi i genitori e dar loro la possibilità di ricevere un’adeguata assistenza sanitaria e un’istruzione, avvalendosi anche di adozioni a distanza.

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“Si sopravvive di ciò che si riceve ma si vive di ciò che si dona”

E’ questa la frase presente in un suo post su Facebook che meglio racconta la sua grande sensibilità e altruismo. Oltre che la sua grande forza nell’affrontare le difficoltà e nell’andare avanti, nonostante tutto, che è quello che l’ha portata a resistere a tutte le intemperie che la vita stessa le ha posto davanti.

Proprio a partire da quel martedì di novembre del 2018, giorno del suo rapimento in Kenya nell’umilissimo villaggio di Chacama ad opera di un gruppo di uomini armati, non di coraggio e di altruismo come lei, ma di fucili e machete. Uomini vicini ad Al-Shabaab che aveva sovvenzionato il rapimento, dando origine a un lungo e difficile periodo di indagini tra l’Italia e il Kenya volte a far luce sull’accaduto e a rendere Silvia Romano libera.

Silvia Romano e le news attese da tutti

Nel silenzio generale, i servizi di intelligence e della diplomazia italiani hanno lavorato intensamente, tra incertezze e informazioni contraddittorie fino al video di novembre dello scorso anno. Mentre l’analisi di un ulteriore filmato datato gennaio 2020 aveva confermato l’origine jihadista del rapimento. Un lavoro compiuto dal corpo diplomatico italiano in collaborazione con i servizi segreti somali insieme ad alcune fonti turche, che ha permesso di far diventare realtà quella che all’inizio era considerata purtroppo un’utopia e che, dopo il pagamento del riscatto e le ultime trattative, si realizza proprio oggi con il suo ritorno a Roma, finalmente a casa. Dove riferirà la sua triste vicenda alla procura della Capitale, che nel frattempo ha aperto un’indagine per rapimento a scopo di terrorismo.

I saluti e la gioia di tutti

Alla notizia Silvia Romano libera, tutti hanno espresso entusiasmo per il successo dell’operazione e per il suo ritorno in patria. E, infatti, proprio “Silvia Romano news” è uno degli ultimi argomenti più ricercati su Google.

Grande felicità e soddisfazione è stata espressa da tutti, a partire dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “La notizia della liberazione di Silvia Romano è motivo di grande gioia per tutti gli italiani”. Per proseguire con l’annuncio via Twitter del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte: “Silvia Romano è stata liberata! Ringrazio le donne e gli uomini dei servizi di intelligence esterna. Silvia, ti aspettiamo in Italia!”.

Altri segnali di gioia e di vicinanza sono stati mostrati anche dalle varie parti politiche. Le parole che riempiono maggiormente di gioia sono le sue, quelle di Silvia Romano finalmente libera. “Sono stata forte e ho resistito. Sto bene e non vedo l’ora di ritornare in Italia”.

Cosa ci insegna questa storia

Qualsiasi storia umana ci insegna qualcosa. E quella di Silvia Romano con le sue ultime news non è per nulla da meno. È una storia che ci parla di coraggio, di forza e di una grande umanità. E di speranza. Come quella di cui ha parlato nelle sue poesie Emily Dickinson:

La “Speranza” è quella cosa piumata che si viene a posare sull’anima, canta melodie senza parole e non smette mai (…) Io l’ho sentita nel paese più gelido e sui mari più alieni. Eppure mai, nemmeno allo stremo, ha chiesto una briciola di me”

Una speranza che questa storia ci insegna a non perdere. Nemmeno allo stremo.

Ben tornata Silvia!

 

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Dario Portaccio

Dario Portaccio

Laureato in Informazione, Editoria e Giornalismo, oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al percorso di formazione biennale dell'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo, con cui sono diventato giornalista pubblicista.

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