Le misure di contenimento della Svizzera, dell’Islanda e della Lettonia per contrastare il contagio

Due sono state essenzialmente le maggiori misure di contenimento del coronavirus usate dai Paesi europei: lockdown e non lockdown. Queste strategie, però, non sono state le uniche ad essere adottate. Accanto a queste, infatti, ci sono state una serie di misure di contenimento “miste”. Si tratta di una strategia che hanno utilizzato tre Paesi del Vecchio Continente: la Svizzera, l’Islanda e la Lettonia. Partiamo dalla Svizzera.

Come la Svizzera ha contenuto i contagi

Uno dei Paesi a usare questa strategia è stata la Svizzera. Nonostate il crescente numero di contagi, infatti, il governo del Paese d’Oltralpe ha deciso di adottare un modello “misto” che si rifà un po’ a quello svedese di apertura e un po’ a quello italiano di chiusura totale delle attività. La Svizzera, inoltre, ha deciso di chiudere tutte le attività commerciali non essenziali, oltre alle frontiere. Eppure, le attività sociali non sono state del tutto vietate: infatti, non c’era l’obbligo di rimanere a casa. In poche parole, il governo svizzero ha deciso di introdurre già dall’inizio come misure restrittive quelle utilizzate dal nostro Paese durante la fase 2.

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Il metodo islandese

Anche l’Islanda ha messo in atto un tipo di strategia che non ha previsto l’introduzione di un lockdown rigido. Infatti, questo Paese ha iniziato la sua strategia di contenimento del coronavirus già dal 31 gennaio, effettuando test di massa sulla popolazione. In tal modo, sono stati sottoposti a tampone tutti coloro i quali provenivano da aree a rischio come la Cina, l’Italia,  l’Austria, la Svizzera e la Gran Bretagna. L’obiettivo è stato quello di identificare i malati asintomatici, rintracciando i loro contatti per impedire di contagiare i propri familiari.

La strategia lettone

Infine, un altro Paese che ha adottato una strategia di tipo diverso dal lockdown e dal distanziamento fisico è quella della Lettonia. In questo Stato, infatti, fin dall’inizio si è puntato sul fare i tamponi e riconoscere i positivi in modo da poterli isolare per non gravare sull’economia. Sono stati vietati gli assembramenti oltre che chiusi teatri, cinema e scuole. Invece, tanto le fabbriche quanto i negozi hanno continuato la loro normale attività, tranne per il fatto che questi ultimi sono rimasti chiusi durante i weekend.

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Quali sono, però, i Paesi che hanno realizzato la strategia migliore? Sono i dati a fornirci la risposta.

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Dario Portaccio

Dario Portaccio

Laureato in Informazione, Editoria e Giornalismo, oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al percorso di formazione biennale dell'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo, con cui sono diventato giornalista pubblicista.

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