Diverse sono state le misure per il coronavirus: lockdown, immunità di gregge, distanziamento fisico e un metodo “misto”. Chi ha agito meglio?

 

Non c’è stata un’unica misura di contenimento per il coronavirus, in quanto i vari Paesi europei ne hanno adottate diverse. Fortunatamente, le pandemie sono eventi rari e perciò nessuno Stato ha realizzato un apposito piano per affrontarle. Anche se qualche visionario come Bill Gates aveva previsto uno scenario simile, mettendo in guardia i Paesi all’epoca dell’Ebola. Ecco, dunque, perché non c’è stata, nemmeno a livello europeo, un’azione comune né di quarantena per il coronavirus né di apertura. Pertanto, sono state diverse le misure di contenimento del coronavirus adottate dai Paesi europei. Proviamo un po’ ad analizzare questi tre modus operandi e cerchiamo di capire cosa potremmo impare per il futuro.

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Lo studio dell’Imperial College di Londra

A livello europeo, il nostro Paese è stato il primo a essere colpito dal coronavirus. Per questo motivo è stato il primo ad agire, decidendo di mettere in campo il lockdown, quale misura di contenimento del coronavirus. Uno studio pubblicato dall’Imperial College di Londra sulla rivista Nature, ha analizzato la scelta di alcuni Paesi europei di mettere in atto il lockdown, in modo da rallentare i contagi.

Secondo il modello analizzato, sarebbero 3,1 milioni le persone salvate attraverso questa strategia. È stata davvero la giusta strategia? Infatti, i modelli realizzati dall’Imperial College non si sono sempre rivelati esatti.

Prima misura di contenimento del coronavirus: i favorevoli alla quarantena

A livello generale, intorno a fine marzo, c’è stato un picco del numero dei morti che poi è gradualmente disceso nelle settimane successive. Come già anticipato, l’Italia è stato il primo Paese a mettere in atto la quarantena quale misura di contenimento del coronavirus. L’andamento di contagi è stato esponenziale, stando a quanto pubblicato dalla John Hopkins University, salvo poi stabilizzarsi in seguito alle misure restrittive. Infatti, dopo aver raggiunto il picco di 6.600 casi nel mese di marzo, il numero dei contagi è pian piano diminuito, fino a divenire sempre più basso ai giorni nostri.

John_Hopkins_University_quarantena_coronavirus_italia. L'andamento dei contagi è progressivamente diminuito in seguito al picco di marzo

Elaborazione dati a cura della John Hopkins University. L’andamento dei contagi in Italia è progressivamente diminuito in seguito al picco di marzo

Quasi contemporaneamente all’Italia, anche la Repubblica Ceca e Danimarca hanno dichiarato lo stato di lockdown. Questa decisione ha portato alla chiusura di attività, scuole, ristoranti e i circoli sportivi el nostro Paese. Scopri quali sono gli altri Paesi europei che hanno effettuato il lockdown.

Norvegia e Svezia: Paesi vicini, misure per coronavirus opposte

Per capire meglio quale sia la misura vincente di contenimento del coronavirus è utile fare un confronto fra due Paesi vicini: la Norvegia e la Svezia.

Questi due Paesi, seppur vicini geograficamente, sono agli antipodi nelle misure per contrastare il coronavirus. La Norvegia, infatti, ha messo in atto il lockdown, mentre la Svezia no, in quanto ha scelto di applicare il distanziamento fisico e ha puntato sull’immunità di gregge. Stando ai dati del tasso di contagio di luglio (pari a 9.240), verrebbe da dire che è proprio grazie a queste misure che la Norvegia ha evitato il peggio; viceversa, poiché in Svezia ci sono stati (sempre a luglio) 80.422 contagiati, allora potremmo sostenere che ciò è dovuto al mancato lockdown e al fallimento delle alternative misure contenitive.

Il modello svedese

Per consentire un confronto con la Norvegia analizziamo il caso della Svezia. Quest’ultima ha scelto il non lockdown, come pochi altri Paesi, come misura di contenimento del coronavirus. Secondo questa strategia, il virus può circolare liberamente con la conseguenza di rendere immuni un gran numero di svedesi, bloccando così la sua diffusione. Il governo, comunque, si è tenuto pronto per cambiare modalità di contrasto in caso di aumento rilevante dei contagiati. Nonostante questo regime di apertura, la Svezia ha deciso la serrata di alcuni locali impedendo, al contempo, le visite nelle nelle case di cura.

La ragione di questa scelta la si deve alla fiducia che si è instaurata nel corso del tempo tra il governo e gli svedesi, e viceversa. Per completezza riportiamo i risultati aggiornati di questa strategia messa in atto dalla Svezia. Secondo gli ultimi dati, questo Paese ha visto un aumento dei contagi seguito da una diminuzione della produzione industriale e del PIL. Inoltre, il governo svedese prevedeva di contagiare e, dunque, rendere immune dal coronavirus il 40% della popolazione. Quel che è accaduto fino ad ora, invece, è che solo il 15% dei contagiati ha sviluppato gli anticorpi per difendersi dal virus.

Altro esempio è quello dell’Estonia, dove nonostante la diffusione dei contagi il piccolo paese ha visto uno scenario quasi immutato. Ciò è dovuto al distanziamento sociale determinato da una massiccia digitalizzazione. Scopri quali sono gli altri Paesi che hanno scelto il distanziamento sociale e il non lockdown.

Ecco dunque chi ha fatto meglio

Cosa ha funzionato meglio? La risposta ce la danno i dati relativi alla diffusione del contagio in Europa, nel periodo compreso tra febbraio e luglio. Nel conteggio dei dati, espressi in percentuale, abbiamo considerato il numero degli abitanti presenti in ciascuno degli Stati che hanno fatto il lockdown e quelli che non lo hanno fatto. Inoltre, abbiamo tenuto conto anche dei Paesi che hanno realizzato una strategia “mista”. Una premessa è d’obbligo: per completezza di dati, sono stati inseriti anche quelli della Bielorussia dove, come sappiamo, vige la dittatura. Pertanto, i dati forniti da questo Paese potrebbero essere stati edulcorati.

Grafico andamento dei contagi. Come si può cogliere, i Paesi che hanno adottato il  lockdown sono stati quelli che hanno visto diminuire il numero dei contagiati. Elaborazione grafica su dati provenienti dal sito statistichecoronavirus.it nel periodo febbraio-luglio

Grafico andamento dei contagi. Come si può cogliere, i Paesi che hanno adottato il  lockdown sono stati quelli che hanno visto diminuire il numero dei contagiati. Elaborazione grafica su dati provenienti dal sito statistichecoronavirus.it nel periodo febbraio-luglio

Prendendo a titolo di esempio la Svezia e la Norvegia, dal confronto fra queste due misure di contenimento del coronavirus (lockdown vs non lockdown), si comprende che hanno fatto di gran lunga meglio i Paesi che hanno messo in atto il lockdown proprio in quanto il numero dei contagi è stato minore.

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Dario Portaccio

Dario Portaccio

Laureato in Informazione, Editoria e Giornalismo, oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al percorso di formazione biennale dell'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo, con cui sono diventato giornalista pubblicista.

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Un Commento

  • Pierfranco ha detto:

    Ma se la strategia del non lockdown è proprio quella di far contagiare le persone per farli immunizzare con lo sviluppo degli anticorpi, di conseguenza il paragone con i Paesi che hanno attuato il lockdown dovrebbe essere fatto con le terapie intensive e magari i morti per causa diretta da COVID19 (Dato non disponibile) .