Primo campionato femminile di calcio dell’Arabia Saudita: una svolta civile per il paese islamico più conservatore

 

Le calciatrici saudite, bloccate dal lockdown a pochi giorni dal primo match, tornano in campo per disputare il primo campionato di calcio femminile nella storia dell’Arabia Saudita. Iniziato a marzo, il campionato è stato poi sospeso a pochi giorni dall’inizio, causa pandemia. Il campionato femminile rappresenta per il paese arabo un piccolo passo verso l’inclusione delle donne nella società.

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I diritti femminili in Arabia Saudita sono infatti più limitati rispetto agli altri stati islamici, ma negli ultimi anni alcune proteste femminili – come il movimento Women to Drive per il diritto alla guida – hanno avuto esiti positivi, e si vocifera che il principe ereditario Mohammed bin Salman abbia recentemente aderito a un programma di riforme economiche e sociali che include l’abolizione di diversi divieti contro la libertà delle donne.

La condizione delle donne in Arabia Saudita

Secondo Amnesty International la condizione attuale è costellata da paradossi in cui le leggi emanate vengono snobbate dai costumi sociali, duri a morire: «Negli ultimi anni si sono susseguite delle riforme volte a migliorare la condizione della donna nel Paese, ma malgrado ciò, le donne e le ragazze saudite hanno continuato a subire discriminazioni nella legge e nella prassi, senza essere sufficientemente protette da abusi sessuali e altre forme di violenza».

Inoltre la situazione femminile varia molto di luogo in luogo. Jeddah – città situata nella regione del Hijāz – è apparentemente la più liberale del Paese: è del 2012 la prima autorizzazione a far partecipare le donne saudite alle Olimpiadi. Di qualche anno fa, invece, il permesso di praticare sport nelle scuole e nei luoghi pubblici e infine quest’anno l’ok a un campionato femminile di calcio.

Tuttavia sempre nelle stesse città o in luoghi limitrofi convivono condizioni di grande incoerenza. Restrizioni sociali – come il non poter condividere lo stesso luogo di casa con invitati di sesso maschile – si mescolano a permessi di valore inestimabile come il diritto al voto, conquistato dalle donne saudite nel 2015.

I progressi degli ultimi cinque anni

Partecipare a un campionato femminile non è il solo permesso ottenuto dalle donne saudite. Negli ultimi cinque anni infatti – grazie all’attivismo femminile e a un programma di sviluppo sociale ed economico emanato dal Consiglio de Ministri del Regno – si assistono a diverse aperture a favore dei diritti delle donne.

Il 2018 e il 2019 sono stati anni particolarmente incisivi per le donne saudite. Da un anno possono infatti recarsi al cinema assieme agli uomini, dopo ben 38 anni di divieto. Inoltre hanno la possibilità di accedere allo stadio, di partecipare alle maratone, di arruolarsi nell’esercito come sergenti e di esercitare la professione di notaio. Sempre del 2019 è la nomina della prima ambasciatrice donna dell’Arabia Saudita: la principessa bin Bandar al Saud per la difesa dei diritti delle donne nel paese. 

 

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Martina Tolaro

Martina Tolaro

Martina Tolaro, curator ed editor freelance. Ho collaborato con imprese culturali creative nazionali e artisti internazionali. Scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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