I modelli educativi nel tempo si sono evoluti: oggi si punta sulla cultura digitale

“L’istruzione è l’arma più potente che puoi utilizzare per cambiare il mondo”. A dirlo fu Nelson Mandela, a confermarlo è la storia. Istruzione e apprendimento accrescono l’intelligenza, la conoscenza e la saggezza umana e  sono strumenti fondamentali per affrontare le sfide future. I modelli educativi nel tempo si sono evoluti e nella società di oggi sono di grande ispirazione quelli che mettono in evidenza l’importanza della cultura digitale e centralizzano il ruolo dello studente dal punto di vista delle sue esperienze personali. 

A citare alcuni di questi modelli è il Millennium Project, un think-tank globale indipendente che ha lo scopo di utilizzare le più avanzate metodologie di analisi per fornire consulenza a istituzioni e governi su come affrontare le grandi sfide di lungo termine. Tra i focus dell’ultimo report biennale, grande spazio è stato dato ai nuovi modelli educativi che mettono al centro la tecnologia: best practice a livello mondiale a cui ispirarsi nel campo dell’istruzione per trasformarla in “arma” per il futuro.

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Tra questi  modelli  spiccano quello finlandese, sud-coreano e un ambizioso progetto in Tanzania. 

Finlandia: un modello interdisciplinare

Il modello finlandese ha due punti di forza: l’approccio interdisciplinare-comparativo e l’uso di fenomeni per spiegare i fatti. Le materie si fondono tra loro e la tecnologia fa da padrona anche quando si spiega la storia: parlare dell’architettura e degli usi della Roma antica è uno spunto per fare un confronto con la Finlandia del terzo millennio, per poi ricavarne un modello fisico attraverso la stampante in 3D. Modi alternativi per coinvolgere i ragazzi, sia usando tecniche accattivanti e pratiche, sia sfruttando pc, smartphone, tablet e il meglio che la tecnologia può offrire a livello esperienziale. L‘innovazione interdisciplinare insieme alla costante cooperazione tra gli studenti sono le carte vincenti di un modello didattico universalmente riconosciuto come il migliore al mondo. Non a caso la Finlandia detiene ormai da tre anni il primato nel World Happiness Report, in particolare per l’avanguardia del suo sistema educativo. 

L’istruzione e l’apprendimento sud-coreano con i robot

La Corea del Sud ha invece puntato sui robot per migliorare l’insegnamento, soprattutto della lingua inglese: i robot infatti interagiscono direttamente con gli alunni attraverso un dispositivo di sintesi vocale, con cui vengono corretti nella pronuncia e nell’esposizione. Interessante sempre nell’ambito della robotica coreana l’apporto di un recente programma educativo firmato dalla Seoul Digital Foundation che ha l‘obiettivo di formare anziani ospiti di 17 strutture assistenziali sulle competenze digitali. Un progetto che, in un periodo come quello che stiamo vivendo, si è rivelato importante per prevenire l’isolamento attraverso l’uso digitale dei vari dispositivi come tablet, smartphone e pc. Anche in questo caso si è utilizzata la figura del docente-robot, chiamato Liku, alto 43 cm, dotato di una tecnologia di riconoscimento vocale e responsiva in grado di fare domande e fornire risposte. L’83% degli anziani si è dimostrato soddisfatto del servizio e propenso a continuare la formazione.

Quando la tecnologia è sinonimo d’inclusione 

Tra gli strumenti di apprendimento proposti dal Millenium Project emergono l’app OneBillion, progettata da OneBillion.org, con  sede nel Regno Unito e in Kenya, e KitKit School, dalla Corea del Sud e dagli Stati Uniti, per aiutare l’apprendimento in Tanzania. I progetti consentono l’autoapprendimento dei bambini nella lettura, nella scrittura e nella matematica, senza l’ausilio di un adulto, in poco più di un anno. Una grande conquista che  dimostra concretamente come la tecnologia possa essere utilizzata costruttivamente, raggiungendo i bambini ovunque, a qualunque distanza.

L’istruzione e apprendimento anche in Italia

L’Italia stessa, oltre la didattica a distanza sperimentata soprattutto in questo periodo, da diversi anni utilizza metodologie didattiche innovative che focalizzano l’attenzione sull’esperienza dello studente su un determinato argomento. Una molto diffusa per lo sviluppo delle competenze e presente in Italia da diversi anni è la flipped classroom – classe capovolta – in cui gli alunni si “sostituiscono” agli insegnanti, lavorando autonomamente e in gruppo da casa su un tema proposto dall’insegnante. Successivamente presentano il prodotto finale alla classe con l’ausilio di strumenti multimediali. Un esperimento che vede superare il concetto di docente tradizionale, trasformandolo in facilitatore-mediatore, e che è in grado di sviluppare pensiero critico e competenze digitali nello studente.

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Francesco Bia

Francesco Bia

Docente di lettere e aspirante pubblicista. Ho collaborato per sei anni con due settimanali locali scrivendo di attualità, cultura, spettacolo, cronaca e sport. Oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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