L’adesione ai vaccini in Italia e Inghilterra dimostra l’impatto positivo sulla popolazione.

Gli ultimi dati confermano la generale sensazione di speranza nei confronti di una pandemia che ha tagliato le gambe al mondo intero. Dopo questa prima ondata di adesione ai vaccini, i risultati si vedono. Il rischio di contagio da Covid 19 con conseguente ricovero e decesso diminuisce progressivamente tra le prime due settimane e 35 giorni dopo la somministrazione della prima dose. I dati arrivano dal primo Report nazionale dell’Istituto superiore di Sanità (Iss) e del Ministero della Salute sull’efficacia dei vaccini e i risultati rincuoranti si applicano sia a uomini che a donne, indipendentemente dalla fascia d’età.

«Questi numeri confermano l’efficacia della campagna vaccinale e la necessità di raggiungere presto alte coperture in tutta la popolazione per uscire dall’emergenza grazie a questo strumento fondamentale» ha dichiarato il Presidente dell’Iss Silvio Brusaferro.

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I trend dell’ultima settimana. Meno contagi e più vaccinati

Una bella sfilza di numeri promettenti arriva dalla protezione civile, dall’Iss e dalla Johns Hopkins University (nei casi di statistiche internazionali) e restituisce una visione d’insieme sull’adesione ai vaccini e l’impatto che stanno avendo sulla popolazione italiana. In una media mobile a 7 giorni calcolata fino al 1 giugno, si registra nell’ultimo giorno un’andamento con 2483 casi (ristretti alle persone con tampone positivo da inizio pandemia) tra chi è ancora malato, chi è guarito e chi è deceduto, ben 10.313 sono i dimessi o i guariti, mentre cala in negativo il numero degli attualmente positivi con -7923. Basta considerare che su 229.695 tamponi effettuati in Italia nell’ultima settimana, solo nell’1,82% indica nuovi casi. Una bella curva discendente, quindi, per casi di contagi e morti, che comincia la sua discesa proprio in concomitanza con la diffusione dei vaccini su più ampia scala nel mese di maggio.

(Secondo i dati monitorati fino al 30 maggio) il merito è dei vaccini che hanno coperto con le prime dosi il 38,64% della popolazione, con la monodose l’ 1,16%, mentre risulta completamente vaccinata il 20,51% della popolazione. Uno sguardo d’insieme alle situazioni regionali indica che, in proporzione con la densità di popolazione e l’estensione territoriale, si procede in tutto il Paese più o meno allo stesso passo. Uno sviluppo positivo (probabilmente dovuto anche ai recenti “Open Day Vaccini”) rispetto ad aprile, quando invece le differenze regionali erano più evidenti.

L’andamento giornaliero visualizzato in media mobile a 7 giorni. Sole 24 Ore

L’andamento giornaliero visualizzato in media mobile a 7 giorni. Casi totali, dimessi/guariti e contagi positivi. Sole 24 Ore

Di un passo più vicini al completamento della campagna vaccinale

Dai rapporti redatti dalle prime adesioni ai vaccini e all’inizio della campagna, si temeva per gli over 70 che, nonostante appartengano alla fascia d’età più a rischio nel caso di contagio, continuavano ad essere in gran parte non vaccinati. Un problema di cui fortunatamente non ci dovrà preoccupare ancora per molto, dato che le valutazioni più recenti comunicate dal governo registrano una ripresa di questo dato. Tra i 70 e i 79 anni, risultano vaccinati il 35,2% e coperti da una prima dose l’82,1%, e i numeri crescono man mano che si procede con l’età.

Se si considera che l’ultima media mobile a 7 giorni (ultima settimana di maggio) di dosi somministrate giornalmente in Italia è di 501.793, si può fare una piccola previsione per il futuro. Il completamento della campagna vaccinale, a questo ritmo, si dovrebbe verificare i primi giorni di settembre, ma tenendo conto che le consegne di vaccini dovrebbero aumentare dal secondo e dal terzo trimestre 2021, potremmo riuscire a completare la campagna anche prima.

Tutto sommato per l’Italia la progressione della ripresa non sembra essere delle peggiori. In un confronto con le altre nazioni, risulta al decimo posto per numero di vaccinati entro il 31 maggio. L’Inghilterra invece si posizione al sesto posto con i suoi 21.719.461 vaccinati entro il 31 maggio.

Il numero di prime, seconde dosi o monodose (Johnson & Johnson) di vaccino somministrate ogni giorno in Italia. Sole 24 Ore

Adesione ai vaccini. Il numero di prime, seconde dosi o monodose (Johnson & Johnson) di vaccino somministrate ogni giorno in Italia. Sole 24 Ore

L’adesione ai vaccini in Inghilterra. Le seconde dosi proteggono meglio e da più varianti

Riscontri positivi dalla campagna vaccinale si registrano anche nelle altre nazioni. Il caso dell’Inghilterra, seppur non paragonabile a Israele, è particolarmente avanzato e nello specifico fornisce anche nuove informazioni sul funzionamento dei vaccini.

Nel Regno Unito le autorità sanitarie locali informano che i ricoveri di persone coperte da una sola dose di vaccino AstraZeneca o Pfizer sono crollati fino all’80%, in particolar modo tra gli over 80.  Nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Downing Street, il ministro della salute britannico Matt Hancock ha manifestato tutta la sua fierezza nel poter finalmente dichiarare che sì, i dati sull’adesione ai vaccini ne dimostrano l’efficacia. In particolare si nota che con una prima sola dose di Pfizer (l’Inghilterra infatti ha voluto prima coprire con la prima dose più persone possibili e poi procedere con la seconda) la riduzione dei nuovi contagi è stata del 57% e per i casi gravi del 75%. Con la seconda dose invece la riduzione è stata dell’88%.

Queste statistiche forniscono una prova certa della maggiore efficacia del vaccino in seguito alla seconda dose e una migliore copertura anche da varianti del Covid 19. E’ stata proprio la Public Health England a portare avanti la ricerca contro la variante indiana e a fornire i dati relativi. Si è evidenziato che dopo due settimane dalla seconda dose, il vaccino Pfizer-BioNTech ha offerto un’efficacia dell’88% contro la variante indiana e del 93% contro quella inglese. Per Oxford-AstraZeneca, il 60% contro la variante indiana e il 66% contro quella inglese.

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Mara Auricchio

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