Il 10 dicembre ricorre la giornata internazionale dei diritti umani. Cosa significa parlarne oggi? E cosa è cambiato con la pandemia?

Con il titolo “Tutti umani, tutti uguali” l’Onu dedica all’uguaglianza la giornata internazionale dei diritti umani di quest’anno. La giornata dei diritti umani si celebra ogni 10 dicembre, giorno in cui l’Assemblea generale delle Nazioni unite ha adottato la Dichiarazione universale dei diritti umani (DUDU).

La Dichiarazione universale dei diritti umani è il documento che proclama i diritti inalienabili propri di ogni persona come essere umano, indipendentemente da razza, religione, sesso, lingua, opinione politica, origine nazionale o sociale, posizione economica o nascita. La DUDU è il documento più tradotto al mondo, disponibile in più di 500 lingue.

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I principi di uguaglianza e non discriminazione sono al centro dei diritti umani. Infatti, la Dichiarazione universale dei diritti umani si apre con l’articolo art. 1 che recita: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”.

I diritti umani con l’Onu diventano inalienabili

Con la nascita dell’organizzazione delle Nazioni unite nel 1945 la tematica dei diritti umani arriva sulla scena internazionale. Infatti la Carta istitutiva dell’Onu pone tra i suoi fini quello di “promuovere e incoraggiare il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali per tutti senza distinzione di razza, di sesso, di lingua o di religione”.

Nel 1948, con l’adozione della Dichiarazione universale dei diritti umani, questi diritti vengono elencati e esplicitati in 30 articoli. All’epoca, i Paesi firmatari hanno riaffermato con la forza del diritto i valori universali di umanità, minati durante le due guerre mondiali. La DUDU si apre con i diritti primari: uguaglianza, libertà, vita. Seguono i diritti civili e di libertà come il diritto all’uguaglianza di fronte alla legge, il diritto contro la detenzione arbitraria, la libertà di movimento. Ci sono poi i diritti politici come la libertà di espressione, di associazione e l’elettorato attivo e passivo. Infine, vengono riconosciuti i diritti economici, sociali e culturali come il diritto al lavoro, all’istruzione e alla sicurezza sociale.

Da allora, le Nazioni unite hanno adottato molti trattati internazionali sui diritti umani, soprattutto per tutelare gruppi di persone vulnerabili come le donne, i bambini e le minoranze. L’Onu ha anche istituito meccanismi per promuovere e proteggere i diritti umani e per aiutare i governi ad adempiere gli obblighi, come l’Alto commissariato per i diritti umani.

Il lungo cammino dei diritti umani

La strada per la codificazione dei diritti dell’uomo a livello globale è stata lunga. Nella prima fase storica, la protezione era limitata ad alcuni diritti “naturali”, come la vita e l’integrità fisica, ma la protezione valeva solo per i rapporti interindividuali. Il potere costituito non aveva, infatti, alcun obbligo di garantire i diritti umani.

In una seconda fase, che inizia nel Medioevo, i diritti dell’uomo rappresentano una limitazione dei diritti assoluti del sovrano che, per garantirli, cedeva ai sudditi alcune libertà. In una terza fase questi diritti diventano “positivi”, in quanto sono contenuti nelle leggi fondamentali dello Stato moderno.

È solo con la fine della seconda guerra mondiale e con l’adozione della DUDU che i diritti umani diventano internazionali, ossia protetti a livello globale, e inalienabili in quanto spettano a ogni individuo in ragione della sua condizione umana. La Dichiarazione ha anche il merito di aver inserito due diritti prima di allora sconosciuti: l’uguaglianza e il divieto di ogni discriminazione.

Un bilancio di fine anno

La pandemia di Covid ha aumentato la povertà globale per la prima volta dal 1998 e spingerà 150 milioni di persone verso la povertà estrema nei prossimi anni. Le persone in situazioni vulnerabili e senza protezione sociale sono state le più colpite. Tra queste bambini e giovani, anziani, persone con disabilità, persone di origine africana, minoranze razziali, etniche e religiose, popolazioni indigene, migranti e rifugiati, persone LGBTI e donne.

Le disuguaglianze generano anche crisi e conflitti. Nel 2021 la situazione alle frontiere della rotta balcanica si è aggravata e secondo l’Unhcr (agenzia Onu per i rifugiati) i diritti dell’uomo e quelli dei bambini sono costantemente violati. Con la presa del potere, i Talebani hanno sradicato tutti i diritti che l’Afghanistan aveva conquistato negli ultimi vent’anni. E le violazioni dei diritti umani continuano a essere perpetrate sistematicamente. A ottobre nella regione sudanese del Darfur si sono inasprite le violenze intercomunitarie a seguito del colpo di stato dei militari. Quasi 10mila persone, soprattutto donne e bambini, sono fuggite verso il Ciad.

La campagna dell’Onu: #StandUp4HumanRights

L’uguaglianza e la non discriminazione sono la chiave per prevenire alcune delle crisi globali attuali. Uguaglianza significa che tutti abbiano accesso ai vaccini Covid, non solo le nazioni ricche, e che tutti possano vivere con dignità, indipendentemente da chi siano o da dove siano nati. L’uguaglianza può aiutare a uscire dalla povertà, può offrire ai giovani le stesse opportunità in tutto il mondo, può aiutare a promuovere i diritti umani e un ambiente ecosostenibile.

In occasione della giornata dei diritti umani 2021, l’Alto commissario Michelle Bachelet nel suo videomessaggio dichiara: “Le disuguaglianze generate dal Covid-19 ci stanno spingendo indietro. È ora di fare qualcosa”.

L’Alto commissario invita tutti a mostrare supporto per l’uguaglianza e per la promozione dei diritti dell’uomo durante questa giornata. Per farlo si potrà condividere sui social una foto con un filtro speciale per la giornata dei diritti umani usando gli hashtag #StandUp4HumanRights, #Equality e #HumanRightsDay.

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Aurora Amendolagine

Aurora Amendolagine

Aurora Amendolagine, laureata in Scienze politiche e Relazioni internazionali con un Master in Comunicazione istituzionale. Lavoro in Rai da diversi anni. Giornalista pubblicista e tutor del laboratorio di giornalismo per diventare pubblicista

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