Vaccinazioni COVID-19 globali: l’Africa non tiene il passo e l’Europa interviene. A giugno 2022, l’Organizzazione mondiale per la Salute (OMS) dovrà fare il conto delle vaccinazioni Covid-19 nel mondo. Nell’ottobre 2021, lobiettivo fissato dalla strategia per la vaccinazione globale contro il COVID-19 era quello di una copertura pari al 70% a metà del 2022. Tuttavia, se pensiamo che i dati delle vaccinazioni COVID-19 in Africa non viaggiano a un ritmo sostenibile e continuano a svilupparsi nuove varianti, raggiungere il target sembra impossibile. Quali, le soluzioni? Una viene dall’Europa, che ha deciso di stanziare 400 milioni per la lotta al COVID-19 in Africa. Ma non è l’unica soluzione e nemmeno la migliore. Vediamo perché.

Covid-19 in Africa oggi: i casi e le statistiche

Le statistiche OMS sul Covid-19 in Africa ci raccontano di un Paese dove 11 milioni di persone sono entrate in contatto con il virus (nel mondo sono oltre 520 milioni) e 250 mila sono le vittime (56 nuovi casi al giorno) su oltre 6 milioni di morti nel mondo. E i vaccini? In Africa solo il 15,8% della popolazione è vaccinata.

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Secondo AMREF Health Africa, al 19 maggio la percentuale di popolazione vaccinata dal COVID-19 in Africa si attesta al 15,8%, la più bassa rispetto ad Europa (70,2%) o USA (65,6%). Il dato africano pesa sulla media globale di popolazione vaccinata, che si ferma al 58,4%. Eppure, il continente africano ha ricevuto 760,2 milioni di dosi di vaccino anti-COVID-19, e ne ha somministrate quasi 506 milioni (66% della fornitura), ma raggiungerà il 40% della copertura vaccinale solo a maggio 2023 per Africa CDC.

Vaccinazioni Covid-19 in Africa, l’impegno dell’UE

Il 12 maggio, la presidente della Commissione Ursula Von Der Layen ha annunciato un sostegno di 400 milioni di € per lotta contro il COVID-19 in Africa che si aggiunge al miliardo già stanziato tra 2020 e 2021 e riportato nel Global Gateway Investment Package – Health: “La fornitura dei vaccini deve affiancarsi ad una consegna rapida, soprattutto in Africa. Ad oggi la nostra priorità è quella di assicurare la somministrazione di tutte le dosi disponibili”. Un impegno che, nonostante le difficoltà riscontrate nel portare i vaccini nel continente nero, finalmente distingue le destinazioni: 300 milioni a sostengo della distribuzione dei vaccini in Africa, mentre 100 milioni per diagnostica, terapie e rafforzamento dei sistemi sanitari locali attraverso il Fondo globale per la lotta contro l’AIDS, la tubercolosi e la malaria.

La soluzione? Non solo vaccinazioni ma risposte sistemiche a crisi pandemiche

Quello europeo è un primo significativo impegno sul sistema sanitario africano che però ha già da tempo migliorato da solo la propria risposta al COVID-19. E ha anche differenziato le richieste di supporto all’Occidente. In che modo? In primis, rafforzando aspetti chiave come la sorveglianza, i test e il trattamento: secondo le Nazioni Unite l’Africa avrebbe intensificato il sequenziamento genomico, passando da 9000 sequenze a quasi 40.000 nel 2022, salvo una brusca decelerazione del tracciamento completo (che segue tutti i contatti positivi al virus) a favore del tracciamento prioritario (in cui vengono seguiti solo i contatti ad alto rischio di infezione o di ammalarsi gravemente).

Africa: non vaccini contro le epidemie ma know-how

Più in generale, appare chiaro che l’Africa abbia abbandonato la condizione “di necessità” puntando invece sulla ricerca di nuovi patogeni ed epidemie, sul rafforzamento della informazione sulle malattie (attraverso un network dei Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie) e sulla formazione di dottori e infermieri, uno sforzo contro il coronavirus che non va sottovalutato. Inoltre, la sanità africana si sta concentrando sulla produzione dei vaccini anti-Covid (Sud Africa) e tentativi di digitalizzazione della farmaceutica del Paese (soprattutto in Nigeria), come riporta anche la Fondazione Med-Or.

La Pandemia da COVID-19, seppure nella sua tragicità, ha spinto l’Africa a rivedere le proprie politiche di sanità pubbliche, così da essere più preparata nella risposta a questa e altre crisi sanitarie. Una prospettiva essenziale e condivisa da altri Stati e dalla stessa Europa, che avrebbe stanziato 427 milioni di euro proprio per affrontare le prossime sfide pandemiche.

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Antonio Mazzuca

Antonio Mazzuca

Dal 2007 sono redattore editoriale tecnico-giuridico esperto e formatore in materia di salute e sicurezza sul lavoro e tutela ambientale. Sono il coordinatore editoriale della Testata tecnica InSic.it e dal 2015 editore della testata culturale registrata Gufetto.press dedicata al mondo della cultura off per le quali scrivo news, articoli, recensioni, interviste e approfondimenti e svolgo formazione ai redattori sia per la parte critica che redazionale e per la scrittura in ottica SEO.

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