Approvato in Kazakistan con il referendum costituzionale del 5 giugno il disegno di legge contenente gli emendamenti alla Costituzione kazaca, elemento fondamentale per chiudere con la stagione del “Superpresidenzialismo” di Nazarbayev e aprire il Paese asiatico ad un percorso di riforme necessarie per una più ampia maturazione democratica, quella della “Seconda Repubblica”. Il referendum, approvato con il 77,18% di consensi dal 68,5 % della popolazione kazaca, riunisce in un unico quesito ben 56 emendamenti alla Costituzione kazaca.

Un Kazakistan più aperto e liberale

L’iniziativa del referendum in Kazakistan, voluta dall’attuale Presidente Kassym-Jomart Kemelevich Tokayev, già Direttore Generale presso l’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, chiude l’era del post-sovietismo accentratore nell’approccio al potere, identificato come superpresidenzialismo, in favore di una dimensione euroasiatica maggiormente pluralistica e più vicina alla cittadinanza, definita come “Seconda Repubblica”.

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Le novità introdotte nella Costituzione kazaca hanno la potenzialità di ridisegnare profondamente il rapporto tra cittadini, politica ed istituzioni e possono rendere lo Stato asiatico un luogo più aperto e liberale.

Limitati i poteri della Presidenza

La riforma che scaturisce dal referendum in Kazakistan prevede in primis la sostanziale riduzione dei poteri del Presidente della Repubblica, in passato ampiamente accentrati nelle mani dell’ex Presidente Nursultan Nazarbayev, in funzione di una maggiore redistribuzione e di un riequilibrio dei quattro poteri fondamentali applicabili a istituzioni e società: legislativo, esecutivo, giudiziario e mediatico.

I 56 emendamenti approvati seguono la linea guida espressa nei 10 cardini presenti nel discorso d’indirizzo alla nazione sul referendum che il nuovo Presidente kazaco ha pronunciato per un “new and just Kazakhstan” (dal significato trivalente di nuovo, neutrale e più giusto) ed agiscono per impedire nepotismi presidenziali, corruzione e politicizzazione della burocrazia, prevaricazioni della Presidenza su istituzioni regionali e territoriali o sul sistema politico e legislativo.

Gli equilibri nelle nuove Camere

I quesiti del referendum in Kazakistan prevedono un riequilibrio delle tre assemblee camerali dello Stato kazako in funzione di una maggiore rappresentanza territoriale. La Mazhilis, la Camera dei Deputati, risulta rafforzata in funzione legislativa e connessa ai territori tramite un sistema elettorale, che riduce al 70% la quota proporzionale per permettere una quota di maggioritario del 30%.

Il Senato aumenterà nei numeri perché sarà collegato all’Assemblea dei popoli del Kazakistan, tramite 5 seggi di nominati prerogativamente da quest’ultima su di un totale di 54 e vedrà una minore influenza della Presidenza kazaca in quanto il numero di nominati dalla prima carica dello Stato kazako sarà ridotto da 15 a 10. Le istanze provenienti dall’Assemblea dei Popoli, per legge non potranno essere ignorate dalla Presidenza della Repubblica Kazaca.

Un referendum che è anche incentivo al pluralismo

Il sistema politico del Kazakistan avrà nuove regole di accesso per politici e parlamentari, con una riduzione delle firme necessarie per presentare partiti alle elezioni come garanzia di maggiore pluralismo. Sarà previsto un controllo più stringente sul fundraising di partiti e candidati per i quali esisteranno limiti sulle soglie massime per il finanziamento privato alle campagne elettorali. Provvedimento, questo, fondamentale per garantire minori rischi di corruzione politica.

In funzione di campagne elettorali più eque, inoltre, è prevista anche una regolamentazione per un utilizzo più responsabile di media e social media, aspetto fondamentale per mantenere la par condicio in uno Stato la cui densità di popolazione è assai bassa rispetto alla vastità del territorio (6 Ab/Km2). Un Paese in cui quasi la metà della popolazione vive in zone rurali e la cui età media non raggiunge i 31 anni.

Torna la Corte Costituzionale, abolita la pena di morte

La trasformazione kazaka avviatasi con questo referendum non si limita al solo sistema istituzionale e politico, ma va più in profondità in ambiti quali giustizia, diritti umani e civili. È ripristinata infatti la Corte Costituzionale che era stata soppressa da Nazarbayev. È abolita la pena di morte tramite specifico emendamento. C’è da aggiungere che tale provvedimento è inserito in una costruzione di politiche indirizzate a rafforzare la sfera del rispetto dei diritti fondamentali e ridurre la violenza sociale che è stata spesso oggetto di denuncia da parte di varie Ong internazionali soprattutto durante il periodo della superpresidenza.

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Pasquale De Salve

Pasquale De Salve

Sono laureato in Filosofia e scrivo per passione. Qui scrivo di ambiente, politica, diritti e qualche volta anche di altro. Cerco di intendere il mondo per quello che è, ma di utilizzare quelle poche parole che ho a disposizione perché possa migliorare. Il suo cambiamento, però, dipende dallo sforzo di ognuno di noi!

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