In questi ultimi giorni d’estate sono arrivate già in molte regioni italiane le prime dosi del vaccino contro il vaiolo delle scimmie ed è già partita la sua somministrazione. Il primi sintomi di vaiolo delle scimmie sono stati confermati il 20 maggio 2022 e da quel giorno sono circolate informazioni sbagliate che hanno generato confusione nell’opinione pubblica e sul modo in cui si trasmette la malattia.

Facciamo chiarezza sul vaiolo

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato il 23 luglio 2022 il vaiolo delle scimmie (monkeypox) “emergenza sanitaria globale” ed ha formulato una serie di raccomandazioni. Secondo l’ultimo bollettino i casi di vaiolo registrati fuori dall’Africa dallo scorso maggio sono più di 44mila e i casi accertati in Italia, ad oggi, sono 760 (749 maschi e 11 femmine).

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I sintomi del vaiolo delle scimmie (in inglese monkeypox o Mpx) sono tra gli altri febbre, mal di testa, linfonodi gonfi, dolori muscolari e, a qualche giorno dalla comparsa dei primi sintomi, un’eruzione cutanea con lesioni che si evolvono in vescicole, pustole e croste. I trattamenti sono soprattutto sintomatici e di sostegno, ma in genere i sintomi tendono a risolversi spontaneamente in 2-4 settimane. I casi di decesso per Mpx sono estremamente rari e riguardano quasi sempre persone già affette da altre patologie; in Italia non sono avvenuti. Al momento, le persone colpite continuano ad essere in grande maggioranza uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (dall’inglese men who have sex with men, MSM) e questo dato ha generato disinformazione fin dall’inizio dello sviluppo. L’Mpx è una malattia scoperta nella anni settanta e non è una malattia trasmessa sessualmente.

Agire su più fronti contro l’infezione

Il virus è presente nei roditori africani e può essere trasmesso da persona a persona principalmente attraverso il contatto ravvicinato, con ferite o lesioni o attraverso lo scambio di fluidi corporei o secrezioni respiratorie. I rapporti sessuali quindi sono solo un tipo di contatto ravvicinato e non la causa principale. In questo momento l’infezione si amplifica nella comunità dei maschi che hanno più partner maschili, ma può fuoriuscire da quella cerchia di persone. Con la ripartenza della scuola potrebbe raggiungere i nuclei familiari e a quel punto sarà più difficile controllare le infezioni.

Al momento la demografia e i fattori di rischio sono chiari e questo può creare, in casi estremi, una difficoltà personale e sociale nella segnalare la malattia al medico di fiducia. La migliore azione è agire su più fronti in maniera coordinata, creando presidi medici per le persone a rischio che garantiscono l’anonimato e massima informazione su come prevenire l’infezione. Non ultimo, mettere in atto programmi di sorveglianza attiva nei roditori per svelare ed eradicare l’infezione nel caso dovesse verificarsi.

La situazione in Italia del vaiolo delle scimmie

Sul sito del Ministero della Salute è ben specificato che i numeri ad oggi sul vaiolo delle scimmie in Italia danno segni chiari di stabilizzazione e la situazione è sotto costante monitoraggio. Sono partite le prime vaccinazioni in tante regioni italiane (quelle con numeri più alti di casi segnalati) e l’OMS al momento non raccomanda una vaccinazione di massa (la vaccinazione contro il vaiolo in Italia è stata sospesa nel ’77 e abrogata dall’81).

Tenuto conto dell’attuale scenario epidemico e della limitata disponibilità di dosi, la vaccinazione contro il vaiolo delle scimmie, come profilassi pre-esposizione a partire dai 18 anni di età, verrà offerta inizialmente al personale di laboratorio con possibile esposizione diretta a orthopoxvirus (il virus del vaiolo rientra nel gruppo degli orthopoxvirus appartenenti alla famiglia dei poxviridae), MSM e a chi rientra in specifici criteri di rischio.

La campagna di vaccinazione sul vaiolo delle scimmie è partita e già un numero di persone ne hanno potuto beneficiare ma rimane cruciale divulgare una giusta informazione senza creare allarmismi, come possiamo vedere dalla campagna di sensibilizzazione divulgata dal Ministero della Salute “tutti possono ammalarsi, stigma e discriminazione ostacolano la lotta la virus” accompagnato dall’#SolidarityNotStigma.

Vaiolo delle scimmie: cosa sapere

 

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Carlotta Vercesi

Carlotta Vercesi

Parlo della nostra società e di come essa comunica. Il mio obiettivo è di scardinare la narrazione catastrofista e di raccontare le buone idee senza dimenticare i piani politici, sociali, economici. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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