L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità è un aspetto fondante della scuola italiana che ha portato, negli ultimi decenni, allo sviluppo della didattica inclusiva. Questa forma di insegnamento favorisce la comprensione del bisogno educativo del singolo e mette in atto soluzioni funzionali adatte a quest’ultimo, andando oltre le rigidità metodologiche e le differenze di ogni tipo.

Un’indagine Istat pubblicata a inizio 2022 rivela che, nell’anno scolastico 2020-2021, in Italia, gli alunni con disabilità erano il 3,6% degli iscritti, cioè 4000 in più rispetto all’anno precedente, per un totale di 300 mila. Questi studenti sono in costante crescita e vengono, spesso, trascurati perché ritenuti con scarse potenzialità a causa della loro disabilità e la conseguente difficoltà ad accedere all’apprendimento “classico”. A questo conseguono, nella maggior parte dei casi, abbandono scolastico, isolamento ed esclusione sociale.

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La didattica inclusiva favorisce il benessere emotivo e socio-relazionale di questi ragazzi, garantendo loro un’istruzione adeguata e la partecipazione ad attività di gruppo, così da poter scoprire, valorizzare ed esprimere al meglio il proprio potenziale.

Didattica inclusiva: le strategie più efficaci

In ambito pedagogico, il termine “strategia” indica l’orientamento del docente nei confronti del processo di apprendimento del discente, cioè dell’alunno. Si tratta, quindi, del comportamento che l’insegnante assume per favorire l’apprendimento dello studente tenendo conto sia della situazione di partenza di quest’ultimo, sia delle risorse, dei mezzi e del tempo a sua disposizione. Esistono diverse strategie didattiche, molte delle quali permettono di rispettare le esigenze del singolo e garantire la partecipazione attiva di quest’ultimo e dell’intera classe.

Strategie espositive ed euristiche

La prima scelta che può fare un insegnante è quella tra didattica espositiva, cioè la classica lezione teorica e frontale e didattica euristica, cioè basata su attività di gruppo o di laboratorio. In tal caso il docente sceglie in base al tipo di apprendimento per cui la classe è propensa: un apprendimento teorico è consigliato soprattutto in materie come storia e letteratura, mentre un apprendimento pratico prevede l’attivazione senso-motoria e mentale dell’alunno ed è consigliato nelle scienze fisiche e naturalistiche.

Strategie didattiche imitative, creative e di ricerca

Attraverso la didattica imitativa, il docente propone un modello e gli studenti devono seguirlo, in modo tale da analizzare i comportamenti legati a quel modello, sia da un punto di vista teorico che intuitivo. La didattica di ricerca aiuta a sviluppare il problem solving e stimola sia la curiosità empirica, dovuta all’osservazione e alla sperimentazione, sia il processo euristico, fatto di tentativi, anche casuali, ma intuitivi e rapidi, che permettono di avvicinarsi alla soluzione di un problema per poi risolverlo.

L’insegnamento creativo si basa sull’apprendimento per intuizione, non richiede di seguire un modello, ma di crearlo, stimolando gli alunni a risolvere un problema, che sia teorico o pratico, utilizzando solo il loro pensiero laterale, senza l’aiuto del docente.

Strategie d’insegnamento attivo

Strategie didattiche attive molto utilizzate sono: la conversazione guidata dal docente tra gli studenti e il peer-tutoring, cioè il tutoraggio tra gli alunni, il brainstorming permette ai ragazzi di lasciar fluire liberamente le proprie idee, il role playing prevede dei giochi di ruolo, il case-study è lo studio di un caso in classe, l’in-basket è la simulazione di una giornata lavorativa in ufficio, mentre l’incident progress allena il problem solving su una difficoltà reale.

Altri esempi di didattica attiva sono: il Think-Pair-Share dove, in seguito a un problema sollevato dall’insegnante, gli alunni devono rifletterci singolarmente per poi riunirsi in coppie e accordarsi sulla soluzione e il thinking aloud pair problem solving o TAPPS, cioè una strategia dove il problema viene risolto direttamente in coppia, la quale è composta da due alunni che si confrontano ad alta voce: un questioner che pone le domande e un explainer che fornisce le risposte.

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Brunella Mascolo

Brunella Mascolo

Logopedista e aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al progetto formativo realizzato dall'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo. Come professionista sanitario, nonché persona molto empatica e introspettiva, scrivo principalmente di tematiche inerenti alla crescita personale e alla prevenzione e alla tutela della salute e del benessere mentale.

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