Lula da Silva è il nuovo presidente del Brasile, con il 50,83% dei voti. Il 31 ottobre si è aperto così: il redivivo Lula è stato eletto per la terza volta. I ballottaggi hanno tenuto con il fiato sospeso il Paese, lasciando il rivale Bolsonaro, incredulo e pronto a contestare la vittoria.
Da oggi come si relazionerà il Brasile con il mondo? E, soprattutto, chi è il nuovo presidente del Brasile?
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SostieniciIl presidente, il sindacato e l’autolavaggio
Chi è il nuovo presidente del Brasile? Luiz Inacio Lula da Silva ha 77 anni. Di umili origini, iniziò a lavorare sin da bambino. A 19 anni perse un dito, in un incidente sul lavoro. Questo lo avvicinò al sindacalismo, alla difesa dei diritti dei lavoratori e segnò il suo avvento in politica. Fu eletto presidente del Brasile per due volte: nel 2002 e nel 2006, riducendo la deforestazione in Amazzonia del 45% nel 2009 e universalizzando l’energia elettrica sino alla fine del suo mandato nel 2011.
Indubbiamente il Brasile ha vissuto anni di grande miglioria economica durante la presidenza di Lula, ma il sistema è crollato con accuse di corruzione e personalizzazione del potere. L’operazione fu chiamata “Lava-Jato”, autolavaggio, accusando Lula di aver ottenuto tangenti dalla principale compagnia di petrolio del Brasile e di aver speso denaro pubblico per restauri di abitazioni private. Questo è costato al neo-presidente 580 giorni di carcere.
Nessuno è in grado di dimostrare se le accuse fossero o meno fondate, ma il consenso di Lula si è abbassato notevolmente, come hanno dimostrato le elezioni attuali.
Il programma del presidente: un Brasile green, re-industrializzato e libero
“Non è una vittoria del mio partito, ma di un immenso movimento democratico” con queste parole il neo-presidente ha salutato i brasiliani, preparandosi a portare il Brasile verso una sinistra democratica, attenta al green e aperta alle esigenze delle popolazioni indigene.
I suoi propositi sono stati presentati agli elettori nel programma “Lettera al Brasile di domani”. I punti chiave sono le politiche sociali, la responsabilità fiscale e lo sviluppo sostenibile, ponendosi in maniera diametricalmente opposta alle politiche di Bolsonaro. Il Brasile di oggi è diverso da quello che Lula aveva governato come presidente: Covid, crisi economica e deforestazione lo hanno trasformato. Il Brasile del 2022 è più fragile, ma anche più consapevole delle sue potenzialità interne.
Lula darà voce ai popoli indigeni, creando un ministero per le comunità che abitano l’Amazzonia e combattendo le attività illegali. La proposta del presidente è quella di far diventare il Brasile leader nell’esportazione delle materie prime, pensando inoltre al clima e al benessere del Pianeta. Non c’è due senza tre, ma oggi Lula è il tri-eletto presidente di un Brasile nuovo, che si propone di diventare un motore e un esempio per il Sud America.