A meno di tre mesi dall’elezione di Luiz Inàcio Lula, in Brasile si è rischiato un golpe. Domenica 8 gennaio, i palazzi del potere di Brasilia sono infatti stati presi d’assalto dai sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro.

Bolsonaro in visita negli USA e ricoverato per malore, nega di essere legato ai fatti. Lula e la sua squadra di potere, consapevoli che il rivale non avrebbe accettato facilmente la sconfitta, hanno attivato dei procedimenti federali. Questi consistono nel licenziamento o nell’arresto dei vertici politici, ritenuti colpevoli dei fatti.

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I brasiliani sono scesi in strada in tutte le città, appoggiando Lula e la democrazia. Anche USA e UE hanno dimostrato sostegno a Lula, invitando Bolsonaro a rientrare in Brasile. Da San Paolo e da Porto Alegre, due interviste esclusive per buonenotizie.it.

Le bandiere per Lula e le accuse per Bolsonaro 

Fernanda Oliveira è una ricercatrice universitaria. Studia a Madrid, ma si trova a Porto Alegre dalla sua famiglia per le festività.

Dalla mia casa vedo sventolare bandiere e cartelli con motti di sostegno a Lula – racconta Fernanda – sono giorni di grande tensione. I miei cugini abitano a Brasilia: dicono che, da domenica, elicotteri e carri armati si muovono senza sosta per le strade della capitale. Non è facile per Lula essere presidente del Brasile e, forse, è ancora più difficile essere rivale di Bolsonaro. Da quando Lula è stato eletto, i bolsonaristi si sono accampati a Brasilia in segno di protesta. Da circa tre mesi vi sono scontri, ma questo assalto è stato il più devastante. 

Non tutti i brasiliani hanno accetto Lula come presidente, ma le elezioni sono state vinte legalmente. Bolsonaro non ha accettato la sconfitta e non ha neppure presenziato al passaggio di consegne della presidenza. Questo ha dato modo anche ai rivali di Lula di credere che l’assalto a Brasilia sia stato studiato a tavolino per rovesciare il Governo. Chi sia il mandante non si può sapere, ma ci sono strane coincidenze che si legano alla figura di Bolsonaro: come la sua visita negli USA e il suo ricovero in ospedale, oppure la lentezza con cui la polizia ha reagito contro i manifestanti. Qualunque sia la verità la cosa fondamentale è che questo scempio termini e che Lula possa governare il Brasile e fare del suo meglio per combattere povertà, discriminazione sociale e crisi climatica”.

La vittoria di Lula per un Brasile nuovo

Flavio Barbosa è brasiliano, ma da dieci anni vive a Verona. In queste settimane si trova a San Paolo per lavoro e ci racconta le sue impressioni.

“Sono sempre stato un sostenitore di Bolsonaro – spiega Flavio – la mia famiglia non ha votato per Lula, perché secondo loro non è stato un buon presidente, in passato. Nonostante ciò credo nella democrazia e nella necessità di costruire un Brasile nuovo. Bolsonaro non ha accettato la sconfitta, è evidente. Che sia lui il mandante non è possibile saperlo, ma sicuramente i fatti di questi giorni sono stati fomentati dai commenti dell’ex presidente del Brasile. In tutto ciò, però, Lula ha vinto perché sta gestendo la situazione con coerenza, seguendo una linea dura, ma trasparente.

Non ha alzato la voce, ha dato prova di sapere contrastare l’opposizione. Gli arresti sono stati motivati con prove. Lula non è un tiranno, ma si è confermato il presidente capace, di una democrazia. USA e UE lo hanno appoggiato e i suoi rivali non possono più fare mosse false. Questa è la vittoria, che farà accettare Lula a tutti brasiliani e metterà al tappeto Bolsonaro. Per qualche giorno ci saranno ancora delle tensioni, almeno fino a quando Bolsonaro non prenderà la parola. Dopo questa nuvola, il Brasile è pronto per splendere e diventare uno Stato nuovo”. 

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Erika Mattio

Erika Mattio

Erika Mattio, giornalista, autrice, archeologa, antropologa, viaggiatrice, dottoranda in Antropologia fra Madrid e Venezia. Ho studiato a Istanbul e Mashhad per poi intraprendere spedizioni in Medio Oriente e in Africa. Scrivo per BuoneNotizie.it e sono diventata pubblicista grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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