La terra fra Turchia e Siria trema ancora: il terremoto che la notte del 6 febbraio ha distrutto intere città nell’area di Gaziantep, continua a farsi sentire.

Fra i lamenti dei feriti e il rombo di mani e ruspe che scavano incessanti, sono in arrivo soccorritori da tutta Europa, Italia compresa. Pare che questa tragedia stia unendo tutti i politici del mondo, inclusi Zelensky e Putin. I due presidenti hanno mandato messaggi di cordoglio a Erdogan e Assad, rompendo una barriera geopolitica che da mesi sembrava invalicabile.

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La Protezione Civile italiana per aiutare le vittime del terremoto

Anche l’Italia si è mossa subito per portare aiuti in Turchia e Siria. In esclusiva, Gabriele Morano, volontario della Protezione Civile di Venezia, ci spiega come si sta muovendo il nostro Paese.

“I terremoti sono devastanti e noi italiani abbiamo esperienza – dice il dottor Moranoil nostro contributo come Protezione Civile è quello di portare tecnici nell’area colpita, per le operazioni di recupero. Al momento, dall’aeroporto di Pisa, sono partite due squadre: una con 40 vigili del fuoco e l’altra con 12 tecnici esperti per la gestione operativa.

Tutto quello di cui hanno bisogno i terremotati, ora, sono braccia, ma anche esperti nella gestione del pericolo. Molte case potrebbero essere in forte rischio di crollo, specialmente nell’area della Turchia, dove non ci sono edifici antisismici. Il nostro compito è anche quello di istruire gli altri team internazionali nella messa in sicurezza“.

Il terremoto che unisce i popoli in guerra

Il terremoto sembra aver portato un momento di lucidità in tutti i leader mondiali. La Turchia e la Siria hanno mosso tutte le autorità coinvolte nella guerra Ucraina Russia, mandando aiuti e supporto.

“Il terremoto è in un’aera di forte importanza geopolitica – aggiunge Morano arriveranno sicuramente aiuti dall’Europa, ma anche dalla Russia, in quanto alleati di Erdogan. Sarebbe bellissimo che questo gesto facesse comprendere quanto la guerra sia feroce come un terremoto. Chi vive in città bombardate ha lo stesso bisogno d’aiuto della Turchia e della Siria.

Per il momento siamo preparati a vedere quindi tutto il mondo impegnato in questa missione. La scossa è stata di magnitudo 7.9, una scossa così violenta da aver spostato la placca tettonica araba di tre metri e distrutto 6000 palazzi; i morti sono migliaia, i dispersi ancora di più. Auspichiamo di essere in tanti, per lavorare e salvare più vite possibile. Sicuramente ci saranno altre scosse di assestamento: magari alcune si percepiranno nell’Europa del Sud, ma il rischio tsunami e quello di un’altra scarica ad alta magnitudo è improbabile“. 

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Erika Mattio

Erika Mattio

Erika Mattio, giornalista, autrice, archeologa, antropologa, viaggiatrice, dottoranda in Antropologia fra Madrid e Venezia. Ho studiato a Istanbul e Mashhad per poi intraprendere spedizioni in Medio Oriente e in Africa. Scrivo per BuoneNotizie.it e sono diventata pubblicista grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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