Il primo Vertice tra Unione europea (UE) ed Asia Centrale, si è svolto ad inizio aprile nella storica città uzbeka di Samarcanda. L’incontro si è focalizzato sulla cooperazione interregionale, sulle opportunità commerciali e sulle sfide della sicurezza globale. L’Ue punta a rafforzare la sua presenza in Asia Centrale, un’area fondamentale per diversificare le relazioni economiche, ora più che mai visto la neo-guerra commerciale appena intrapresa da Donald Trump attraverso lo strumento dei dazi.
Al termine del Vertice i cinque Paesi centroasiatici e l’UE annunciano con una dichiarazione congiunta la creazione di un partenariato strategico.
Via libera al partenariato strategico nel Vertice Ue-Asia Centrale
Il 4 aprile a Samarcanda in Uzbekistan, situata lungo le storiche rotte commerciali crocevia tra Occidente e Oriente, si sono riuniti i presidenti delle 5 ex repubbliche sovietiche (Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan), la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa.
Il Presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev, il padrone di casa, ha aperto il Vertice sottolineando il rafforzamento dei rapporti commerciali tra l’Uzbekistan e l’Europa.
Al termine dell’incontro è stata diffusa una dichiarazione congiunta che definisce il nuovo partenariato strategico appena raggiunto. L’obiettivo comune del partenariato è il rafforzamento della cooperazione e degli investimenti, attraverso l’organizzazione e lo sviluppo di progetti sostenibili comuni, in linea con la strategia di investimenti esteri dell’Unione europea.
L’Ue annuncia a Samarcanda un pacchetto da 12 miliardi
Von der Leyen ha annunciato per fare partire il partenariato un pacchetto di 12 miliardi di euro di investimenti focalizzati su quattro aree prioritarie cosi divisi: 3 miliardi nel settore dei trasporti, 2,5 miliardi per le materie prime critiche, 6,4 miliardi per l’energia pulita e 100 milioni per la connettività digitale (dati del Consiglio europeo).
Gli investimenti nei trasporti e nelle infrastrutture servono per sviluppare la costruzione del corridoio del Trans-Caspio: una nuova rotta commerciale preferenziale, per garantire stabilità e sicurezza nel Caucaso meridionale. Questo progetto stabilirebbe una rotta di trasporto moderna ed efficiente che collegherebbe Europa e Asia in 15 giorni o meno.
Con l’investimento sulle materie prime strategiche (soprattutto manganese, litio e grafite) l’UE mira a diventare un partner chiave. In quest’ottica, l’UE intende estendere la cooperazione già avviata con il Kazakistan e l’Uzbekistan (attraverso accordi già firmati) a tutta l’Asia Centrale per lo sviluppo dell’industria locale non solo attraverso l’estrazione, ma anche includendo la lavorazione e la raffinazione.
Per quanto riguarda l’energia pulita, la regione dell’Asia Centrale dispone di fonti rinnovabili che possono soddisfare sia la domanda interna sia l’esportazione di energia. L’idea proposta da Von der Leyen è quella di un’Asia centrale come hub per le energie pulite, che comprende l’energia eolica in Kazakistan, solare in Turkmenistan e Uzbekistan, idroelettrica in Tagikistan e Kirghizistan.
La cooperazione per la connessione digitale si vuole sviluppare attraverso la promozione di infrastrutture digitali avanzate e il rafforzamento delle reti di comunicazione tra l’Europa e l’Asia Centrale.
Come l’UE è posizionata nell’Asia centrale
Con quest’approccio, l’Ue cerca di trovare uno spazio in una regione che storicamente subisce l’influenza politica della Russia ma anche della Cina, che, come in Africa e in America Latina, ha raggiunto una supremazia commerciale. L’Unione Europea dal 2023 è il secondo partner commerciale nei 5 Paesi dell’Asia Centrale mentre nel 2024 è il maggiore investitore con oltre il 40 per cento degli investimenti nella regione.
Nella dichiarazione congiunta tutti partecipanti hanno sottolineato “l’importanza di raggiungere al più presto una pace globale, giusta e duratura in Ucraina” e hanno concordato di “continuare a cooperare per prevenire l’elusione delle sanzioni alla Russia”.
La dichiarazione congiunta non dimentica la salvaguardia dei diritti umani
Nella dichiarazione finale al centro delle relazioni tra l’Ue e le cinque repubbliche ex-sovietiche un tema resta centrale: “il rispetto della libertà di espressione e di associazione, un ambiente favorevole alla società civile e ai media indipendenti, la protezione dei difensori dei diritti umani, nonché il rispetto dei diritti delle donne, dei diritti dei bambini e dei diritti dei lavoratori”. In tale contesto, i leader hanno convenuto che il forum della società civile UE-Asia centrale costituisce una piattaforma fondamentale per monitorare e rafforzare il dialogo.
Per i Paesi centroasiatici l’UE è un partner che fornisce investimenti, tecnologia e accesso ai mercati globali, senza le implicazioni politiche tipiche della cooperazione con le altre potenze regionali.
Tuttavia, il successo di questa collaborazione dipenderà dalla capacità dell’UE di bilanciare investimenti concreti e principi. Gli investimenti infrastrutturali e commerciali devono essere accompagnati da sforzi per migliorare la gestione dell’apparato statale e i diritti umani, affinché i benefici siano distribuiti tra le popolazioni locali. In questo modo, il dialogo avviato a Samarcanda può portare a un partenariato duraturo e vantaggioso per entrambe le parti.

