Nonostante la diffusione dei contagi, il coronavirus in Estonia ha visto uno scenario quasi immutato. Ma in cosa i suoi cittadini sono stati più preparati?

 

L’Estonia è considerata l’eccellenza digitale ante litteram. Supera la Cina e gli USA per la completa digitalizzazione tra pubblico e privato. I cittadini svolgono da 20 anni online le attività produttive e burocratiche. Il 99% delle famiglie dispone infatti di connessioni a banda larga, e il sistema educativo è leader mondiale nello sviluppo e nell’utilizzo delle tecnologie elettroniche.

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Estonia, la Digital Republic

Nel 2017 il New Yorker la definisce “repubblica digitale” e non ha tutti i torti: il sistema giuridico e sanitario, il fisco, la burocrazia, i servizi bancari, l’istruzione e il voto sono tutti svolti online. Le origini di tale scelta si trovano nel 1991. In quell’anno infatti l’Estonia ottiene l’indipendenza dall’Unione Sovietica e gli abitanti si trovano a inventare di sana pianta un paese. Non avendo da ribaltare nessun sistema governativo pregresso, decidono di puntare sulle infrastrutture digitali e sull’innovazione tecnologica.

Venne chiamato e-Estonia il processo pluriventennale di digitalizzazione del paese baltico, che ereditava dall’Unione Sovietica un polo di ricerca tecnologica di alto livello. Il desiderio di modernizzazione – e di cesura da un passato opprimente – si manifesta anche con e-Residency: un programma che permette di diventare residenti digitali con l’intento di avvicinarsi sempre più agli altri paesi europei. Si tratta di una identità transnazionale digitale utile per chi vuole fare impresa senza una location fissa e con le potenzialità di un business globale.

Il sistema di ID digitale

La vera innovazione si trova però nell’introduzione di una ID digitale estone. Una carta di credito munita di sim e di propri dati personali, con la quale i cittadini svolgono ogni attività: dai pagamenti alle telefonate, dalle prescrizioni mediche ai servizi di pubblica amministrazione. Si riscontra inoltre un risparmio in burocrazia del 2% di Pil annuo. Pare sia proprio questa la panacea di cui i cittadini hanno goduto durante la crisi da coronavirus in Estonia: una ID digitale che ha permesso di continuare i servizi primari rispettando l’isolamento domiciliare.

L’Estonia era pronta persino a portare tutte le classi di scuole e università online. Già dal 2002 infatti il Paese gode del sistema e-kool, una piattaforma che collega genitori, studenti e insegnanti, permettendo di scaricare lezioni e dispense didattiche.

Comunità di startup

La capitale estone, Tallinn, ha vissuto in prima persona il cambiamento digitale del paese. Telliskvi, ex quartiere industriale ubicato tra il centro medievale e il mare del Nord, è considerato “l’ultima frontiera della gentrificazione locale”. In questo quartiere, arricchito da suggestive case in legno, vivono gli startupper nei loro edifici creativi, atelier e concept store.

Alla digitalizzazione pubblica si affianca difatti un centro propulsore di innovazione tecnologica che parte dal basso. L’Estonia può contare su un gruppo esteso di “aziende unicorno”, ovvero startup digitali con valore di oltre un miliardo di dollari. Queste aziende, dal primo giorno di lockdown, si sono attivate alla ricerca di soluzioni per contrastare l’emergenza sanitaria ed economica da coronavirus in Estonia.

L’Hackathon online

La prima azione della comunità di startup estone fu infatti quella di organizzare un Hackathon online, ovvero un incontro tra startupper locali, poi commissionato UE su richiesta del presidente del paese. La partecipazione a The Global Hack di 20 nazioni da tutto il mondo ha incrementato la gara di idee per contrastare la crisi da coronavirus.

Tra le principali ricordiamo:

  • Suncrafter – Il gruppo ha presentato una soluzione per il lavaggio delle mani che utilizza la luce ultravioletta come disinfettante. È stata l’idea vincitrice dell’Hackathon.

  • Velmio – Sviluppatori di app per la salute in gravidanza tramite l’intelligenza artificiale. Durante l’Hackathon gli startupper hanno presentato “coronavirus tracker” che analizza i sintomi dell’utente per stimare un livello di rischio Covid-19.

  • Linistry – Una startup che crea soluzioni per aiutare le persone ad acquistare online.

  • Bankera – La soluzione proposta da questa startup è stata Bankera Business Care. Lo scopo è di aiutare le aziende a riscontrare problemi di flusso di cassa utilizzando una garanzia del proprio partner commerciale.

  • SUVE – Il gruppo ha dato vita a un chatbot per rispondere a tutte le domande dei cittadini sulla pandemia di coronavirus. Il chatbot è stato preso in considerazione dal governo estone che ha subito chiesto di installarlo in molti siti web per soddisfare le domande del pubblico.

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Martina Tolaro

Martina Tolaro

Martina Tolaro, curator ed editor freelance. Ho collaborato con imprese culturali creative nazionali e artisti internazionali. Scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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