Il vaccino sul quale l’Italia e altre nazioni europee hanno investito più risorse.

AstraZeneca è la società biofarmaceutica maggiormente sponsorizzata dall’Italia per la sperimentazione di un vaccino anti Covid. Scopriamo come nasce il vaccino, le fasi sperimentali, la protezione che può offrire e gli accordi europei per la distribuzione e commercializzazione.

Come nasce questa versione del vaccino anti-Covid?

Il vaccino sperimentale sviluppato dallo Jenner Institute dell’Università di Oxford, parte dalla versione indebolita di un comune virus del raffreddore che infetta gli scimpanzé. Il patogeno, ha subito modifiche genetiche per fare in modo che gli sia impossibile replicarsi nell’organismo umano. Alla sua struttura i ricercatori hanno successivamente aggiunto il materiale genetico necessario a produrre la proteina “spike” che il coronavirus utilizza per accedere alle cellule umane.
La speranza dei ricercatori è che il sistema immunitario umano riconosca questo stimolo e attivi una risposta contro le proteine “spike”, così che in caso di successivo incontro con il virus, sia pronto a combatterlo.

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Come procede la sperimentazione del vaccino anti-Covid?

I test sperimentali sono iniziati ad aprile nel Regno Unito, coinvolgendo un migliaio di volontari di età compresa tra i 18 e i 55 anni. Questa prima fase è servita a valutare la sicurezza del vaccino, a comprenderne i dosaggi e ad escludere effetti collaterali importanti. Un comitato scientifico indipendente ha visionato i risultati, e prima della pubblicazione degli stessi, ha dato il via libera a procedere con le fasi successive, dopo una momentanea sospensione seguita a  una “reazione avversa” registrata da una volontaria.

La fase II ha esteso il numero di volontari a oltre 10.000 persone in UK, includendo anziani e bambini, esclusi nella fase precedente. La fase III, che in via del tutto eccezionale è partita contemporaneamente alla fase II, valuterà l’efficacia del vaccino su decine di migliaia di volontari. Soprattutto nei nuovi epicentri della pandemia: trentamila persone negli USA e duemila in Brasile riceveranno una o due dosi del vaccino attualmente in esame oppure di un altro vaccino o preparato. Per la riuscita dei test è infatti indispensabile, secondo i ricercatori, che i volontari non sappiano che cosa gli sia stato inoculato.

I rischi per i volontari

Tutti i volontari saranno comunque sottoposti a tamponi e ad esami del sangue periodici per valutare l’esposizione al virus e la risposta immunitaria. Ironia della sorte, più la curva epidemica continuerò a crescere nei Paesi in cui vengono condotti i test, prima si avranno dei risultati dalla ricerca. Per capire la reale efficacia del vaccino è infatti necessario che una parte dei soggetti volontari contraggano il virus. I partecipanti alla sperimentazione saranno seguiti per tutta la durata dei test da personale medico; nel caso avessero ricevuto un vaccino contro un altro tipo di virus, o un placebo, e dovessero contrarre il Covid-19, riceveranno cure tempestive.

Che protezione offre realmente questo vaccino?

La sicurezza e l’efficacia di questo vaccino sperimentale sono tutt’ora in fase di studio su diversi modelli animali. I primi risultati dei test su piccoli gruppi di macachi dimostrano che il vaccino protegge dalla polmonite da Covid-19, ma non dall’infezione. Se gli stessi risultati fossero confermati anche sull’uomo, non sarebbero dunque pienamente positivi: l’obiettivo più realistico in cui possiamo quindi sperare è quello di mettere a punto vaccini che scongiurino le conseguenze più gravi del Covid, riducendo i sintomi della malattia a poco più di un brutto raffreddore.

Gli accordi con l’azienda biofarmaceutica e la commercializzazione

Un importante accordo è stato firmato, già nel mese di giugno, da Italia, Germania, Francia e Olanda con l’azienda biofarmaceutica produttrice. In questo modo gli stati si assicurano che in Europa arrivino scorte adeguate del vaccino e che vengano distribuite le dosi necessarie senza esclusioni o distinzioni.

In Italia il vaccino sarà gratuito e offerto prima alle categorie più a rischio. Le prime dosi di questo “vaccino in tempi record”, considerato che mediamente occorrono dai 18 ai 24 mesi per completare lo studio di un nuovo vaccino, potrebbero essere somministrate in Italia già all’inizio del 2021.

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Paolo Guidali

Paolo Guidali

Paolo Guidali, blogger e aspirante pubblicista. Ha scritto per Varese Press e oggi collabora con BuoneNotizie.it grazie allo stage annesso al percorso di formazione dell'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo per diventare giornalista pubblicista.

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