L’ultimo Indice dei Prezzi Alimentari pubblicato dalla FAO il 7 aprile scorso (FAO Food Price Index) ha fatto registrare un calo dei prezzi, dopo otto mesi di aumenti consecutivi.

A marzo 2011 il FAO Food Price Index, che analizza le variazioni mensili dei prezzi alimentari mondiali di un paniere di prodotti di base, ha rilevato un calo del 2,9% rispetto al febbraio 2011.I maggiori ribassi si sono avuti nei prezzi degli oli e dello zucchero, seguiti dai prezzi dei cereali e dei prodotti caseari. Anche i prezzi del riso sono calati, a seguito di raccolti abbondanti nei paesi esportatori e di un ristagno nella domanda su scala mondiale. Mentre il prezzo della carne è salito in modo molto marginale.

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Negli ultimi anni alcuni paesi in via di sviluppo, da esportatori di derrate alimentari, sono diventati a loro volta importatori, causando un costante rialzo dei prezzi, con gravi conseguenze sulle fasce più povere della popolazione mondiale. In molti paesi africani o asiatici, la popolazione è sottonutrita e il continuo aumento dei prezzi non fa che acuire le disparità ed aggravare la situazione. I prezzi alimentari alti sono motivo di grande preoccupazione per la FAO, specialmente per i paesi a basso reddito con deficit alimentare, i quali potrebbero avere serie difficoltà a pagare le importazioni alimentari, e per le famiglie povere, che spendono grandissima parte del proprio reddito per il cibo.

Il calo di questo mese dell’Indice nel suo complesso rappresenta una benvenuta tregua rispetto agli costanti aumenti registrati negli ultimi otto mesi”, ha dichiarato David Hallam, Direttore della Divisione Commercio e Mercati della FAO.  “Ma sarebbe prematuro concludere che si tratti di un’inversione di rotta rispetto alla precedente tendenza al rialzo. Si dovrà vedere, nelle prossime settimane, come procederà la nuova stagione delle semine per avere un’idea dei livelli di produzione futura”.

Le implicazioni per il prezzo del greggio in riferimento all’attuale situazione politica del Medio Oriente e del Nord Africa e gli effetti del sisma in Giappone sono tutti elementi di incertezza, tuttavia, secondo la FAO, che ha iniziato a misurare i prezzi alimentari nel 1990, le prospettive su scala mondiale sono incoraggianti. Nel 2010 la produzione mondiale di cereali è calata, causando un conseguente abbassamento delle scorte, ma la maggior parte degli Indicatori suggerisce che nel 2011 ci sarà un aumento della produzione cerealicola. La crescita prevista nel 2011 potrebbe non essere sufficiente a ricostituire le giacenze perciò, in questo caso, i prezzi dei cereali potrebbero rimanere stabili per tutto il periodo 2011-2012.

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Laura Pavesi

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