I protagonisti di questa storia si chiamano Michael Hill e Antoniette Tuff. Il primo è un 20enne mentalmente disturbato, la seconda (nella foto) invece è una donna di mezza età, contabile presso un istituto della Georgia. Due persone accomunate dal caso, dal destino (Tuff non avrebbe dovuto essere al lavoro quel martedì) che li vuole l’uno di fronte all’altra nell’ora in cui il primo è colto da raptus omicida e la seconda è pronta a sacrificare se stessa per salvare le vite di centinaia e centinaia di bambini. “Qualcosa di incredibile” raccontano i testimoni, ancora sotto shock.

Micheal è un ragazzo con molti problemi. Suo fratello Timothy racconta alla ABC della lunga storia di disturbi medici del ragazzo. Parla di bipolarismo e delle numerose medicine che la mamma ha dovuto somministrargli sin da giovanissimo.

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Qualche giorno fa (martedì 20 agosto) Michael entra nella Ronald E. McNair Discovery Learning Academy ed è armato di una AK-47, una pistola con cui è pronto a fare una strage. Entra nel front-office della scuola. E in quel luogo, prima ancora di iniziare il suo piano suicida/omicida si trova di fronte Antoniette Tuff, una contabile di colore. Micheal tira fuori l’arma, la punta contro la donna, al telefono con la polizia (e che registrerà tutta la conversazione).

Il momento è drammatico, frenetico: tutto si gioca in pochi secondi. Antoniette però invece di farsi prendere dal panico, parla con il ragazzo. Da un tono più distaccato, la donna passa a parole di compassione e amore. Comprende di aver davanti a sé un giovane problematico. Antoniette gli racconta la sua storia, il suo matrimonio finito, la sua disperazione di fronte ad una nuova vita, la sua intenzione di suicidarsi ma poi la speranza e la possibilità di risolvere tutti i problemi, anche quelli che sembrano più difficili e irrisolvibili. La donna poi ascolta a lungo le parole del giovane. Capisce la sua tristezza e la sua disperazione nel non sentirsi amato e per questo è disposto a morire.

Sembra la scena conclusiva di un film d’azione ma non lo è. Antoniette ha un’arma puntata alla testa, la cornetta del telefono sollevata e la polizia in ascolto. “Ma Io ti voglio bene” conclude. Il ragazzo lascia cadere l’arma. Qualche minuto dopo viene arrestato. Non ha ucciso o ferito una sola persona. Qualche ora dopo Antoniette confesserà di essersi ricordata del sermone del suo pastore e delle sue parole “Dare amore”. “Tutti hanno avuto momenti difficili e problemi“.

Una donna normale dunque, che diventa un’eroina nazionale. Una bella storia dal lieto fine e l’ulteriore conferma che l’eccezionale dimora nella normalità. E forse un po’ in tutti noi.

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