La settimana scorsa Marino Sinibaldi, in qualità di Presidente della Giuria per l’ individuazione della Capitale italiana del libro 2022, ha comunicato al ministro della Cultura, Dario Franceschini, la scelta su Ivrea (dopo Chiari nel 2020 e Vibo Valentia nel 2021) in quanto rispondente ai requisiti di base di valutazione: qualità del progetto, capacità di innovare proponendo modelli nuovi, capacità di trasformazione e progetto economico capace di spendere le somme messe a disposizione dal Ministero della Cultura e di attrarre investimenti. Requisiti, quelli di Ivrea, che hanno prevalso sulle altre città candidate: Aliano, Barletta, Costa di Rovigo, Nola, Pistoia, Pescara e Pordenone. Vediamo le motivazioni.

Ivrea: una città di cultura a tutto tondo

Ivrea, considerata anche “il capoluogo del Canavese” (che si estende tra la Serra di Ivrea, il Po, la Stura di Lanzo e le Alpi Graie) si è distinta per la capacità di mettere in relazione le energie del territorio e di essere aperta alla dimensione internazionale, in particolare a proporsi come luogo ideale per il  futuro del libro e della lettura, elemento fondamentale di condivisione  e rinascita post-pandemica. Anche l’attenzione alle nuove dimensioni digitali dell’esperienza culturale ha rappresentato un valore aggiunto che la città metterà a disposizione non solo a livello locale ma appunto in una dimensione internazionale.

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Ivrea Capitale del libro 2002: il primo passo

Il 22 febbraio 2022 è stata scelta come data per festeggiare la proclamazione di Ivrea come Capitale italiana del libro 2022 , un giorno in cui la cittadinanza è invitata a partecipare a questo evento d’inaugurazione al Teatro Giacosa, che segnerà la prima di tante iniziative che saranno organizzate nel corso dell’anno. Per questo primo evento si è pensato al tema della Comunità alla base del dossier consegnato alla Commissione: nello specifico, è stato chiesto a tutti i partecipanti di portare con sé un libro da donare per costruire la prima “Biblioteca d’accoglienza” che sarà messa a disposizione di tutti quelli che parteciperanno agli eventi promossi durante l’anno.

 

 

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Francesco Bia

Francesco Bia

Docente di lettere e aspirante pubblicista. Ho collaborato per sei anni con due settimanali locali scrivendo di attualità, cultura, spettacolo, cronaca e sport. Oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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