Matrix faceva il suo esordio nelle sale cinematografiche esattamente 23 anni fa. Il 31 marzo del 1999, infatti, i fratelli Larry e Andy Wachowski (adesso Lana e Lilly) decidevano di lasciare un segno indelebile sul grande schermo, grazie ad un film ancora oggi considerato un cult assoluto.

A fronte di un budget di 63 milioni di dollari, la pellicola ne incasserà ben 464, ottenendo quattro Premi Oscar e dando il via a un filone cinematografico totalmente nuovo. Tra effetti speciali innovativi e classici scontri corpo a corpo, questo film farà da collante tra due secoli apparentemente lontani anni luce ma, nella realtà dei fatti, più vicini che mai.

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La CGI e il Bullet Time di Matrix

Tra le caratteristiche più celebri del lungometraggio, la CGI (Computer Grafica Digitale) rimane il simbolo distintivo per eccellenza. Il salto di qualità a livello visivo è stato clamoroso, complici delle scene mirate a rendere realistici dei dettagli impercettibili all’occhio umano.

Daniele Bigi, dell’ILM (Industrial Light & Magic) di Londra, importante azienda nel campo degli effetti speciali, ha spiegato in un’intervista a GQ i veri punti di forza del film:

Matrix non solo ha stupito per gli effetti visivi, ma ha fatto conoscere al grande pubblico uno stile che prima era visibile solo nei grandi capolavori di anime giapponese. Non è un caso infatti che sia John Gaeta (Visual Effects Supervisor all’ILM e vincitore dell’Oscar per i migliori effetti speciali nel 2000) che i Wachowski spesso citino “Akira” e “Ghost in the Shell” come fonti d’ispirazione primaria. La forza di questo film è nella capacità di descrivere uno scenario allo stesso tempo surreale quanto impossibile da escludere completamente”.

Iconica, da questo punto di vista, la tecnica Bullet Time perfezionata dallo stesso Gaeta: il momento in cui Neo, interpretato da Keanu Reeves, schiva i proiettili durante una frazione di tempo “rallentata” è una delle scene più famose nella storia del cinema.

Le arti marziali, un classico intramontabile

Se da una parte ci si preparava a nuove strategie audiovisive, dall’altra si parlava pur sempre di un film d’azione. Combattimenti e incontri all’insegna della fisicità non potevano mancare, al punto da necessitare di esperti navigati nel settore. Ed è per questo che venne ingaggiato Yuen Woo-ping, coreografo di arti marziali di Hong Kong.

Da tempo collaboratore del celebre Jackie Chan, Woo-ping allenò duramente il cast, permettendo delle riprese raffiguranti vere e proprie mosse di kung-fu. Anche questo dettaglio fu fondamentale per il successo di Matrix, poiché simboleggiava il connubio perfetto tra i vecchi action movie e i futuri film digitalizzati.

Matrix compie 23 anni: il cinema ringrazia ancora oggi

 

Il mondo dopo Matrix e il ritorno 20 anni dopo

Non si parla, quindi, di un semplice film, bensì di un prodotto generazionale, capace di infrangere ogni schema esistente. Il film delle Wachowski darà il via ad una serie di produzioni che faranno degli effetti speciali il loro punto di forza. Basti pensare alla trilogia del Signore degli Anelli, di Peter Jackson, o ai vari film supereroistici, come Spiderman o gli X-Men.

Matrix non sarà solo una pellicola cinematografica, ma un vero e proprio spartiacque nell’immaginario collettivo del mondo. La sensazione di vivere in una simulazione sarà una tematica profetica per gli anni avvenire, con una civiltà sempre più dipendente dalla rete. Un lungometraggio d’azione fantascientifico, capace di addentrarsi nei meandri più nascosti dell’esistenza umana, quasi a metterne in dubbio la sua stessa veridicità. L’avvento di Matrix, in un certo senso, annulla tutta la credibilità umana, ponendola in una vera e propria crisi esistenziale.

Non è un caso che, all’inizio di quest’anno, l’uscita del quarto capitolo abbia suscitato tantissimo scalpore. Ripescare Matrix, soprattutto il primo episodio della trilogia, è un po’ come andare a rifinire un’opera apparentemente intoccabile. Eppure, contro ogni aspettativa, Matrix Resurrections non ha lasciato insoddisfatto il pubblico, anzi, molti giudizi sono stati positivi. Altri, invece, avrebbero preferito che questa produzione non venisse rispolverata ulteriormente. Del resto il tempo è galantuomo, anche con delle opere che, sulla carta, sono destinate a rimanere immortali.

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Francesco Cretella

Francesco Cretella

Innamorato della comunicazione in ogni sua forma, specialmente se cinematografica e sportiva. Scrivo per passione e ambizione, rifacendomi ai sei elementi più importanti dell'umanità: chi, cosa, quando, dove, come e perché.

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