Nel corso degli anni, il cinema horror ha tentato svariate volte di alzare l’asticella dell’intrattenimento, spesso ottenendo feedback tutt’altro che positivi. I classici jumpscare, effetti improvvisi o colpi di scena mirati a spaventare lo spettatore, sono dei cliché tanto comuni, quanto prevedibili e sdoganati da qualsiasi amante del genere. Proprio per questo, gran parte dell’audience si è diretta verso altri lidi: chi ha deciso di prediligere horror più introspettivi e chi, invece, ha trovato nei videogiochi la propria isola felice.

Ed è tra quest’ultimi che fa la sua comparsa un personaggio del tutto inaspettato: Elon Musk. L’uomo più ricco al mondo, qualche settimana fa, ha risposto ad un tweet di Hideo Kojima, celebre autore giapponese di videogiochi, sottolineando come il mondo videoludico abbia superato di gran lunga quello cinematografico, perlomeno nel genere horror. Verità o classica provocazione social del CEO di Tesla?

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Perché i videogiochi provocano maggiore paura

Se è vero che “Molti uomini, come i bambini, vogliono una cosa, ma non le sue conseguenze”, celebre frase del filosofo spagnolo José Ortega y Gasset, individuare la potenzialità di un videogioco horror rispetto ad un film diventa relativamente semplice. Non si ha più un semplice spettatore, bensì un deus ex machina consapevole di dover compiere delle scelte e, di conseguenza, affrontarle in prima persona. Di base, quindi, il senso di responsabilità aumenta all’inverosimile, costringendo l’utente a vivere sulla propria pelle gli effetti delle decisioni prese. Non si assiste al lento concludersi della storia, anzi, si viene catapultati all’interno di essa, risolvendola o affondando assieme a lei. Se a tutto ciò, inoltre, si aggiunge un contesto angosciante, ecco che il senso primordiale di sopravvivenza prevale.

Ragionamento confermato anche da vere e proprio ricerche scientifiche, come quella dell’Università dell’Aarhus, condotta da Mathias Clasen. Il professore danese, autore di ben tre libri di saggistica sul genere horror, ha commentato il valore aggiunto dato dai videogiochi alla componente orrorifica: “La particolarità dei videogiochi, rispetto a un film dell’orrore, è che sei responsabile di ciò che accade. È colpa tua se scegli di andare nella direzione sbagliata e verso il mostro. I giocatori si immergono così tanto che dimenticano che è una fantasia”.

Aspetti psicologici tutt’altro che enfatizzati, ma avvalorati dalle conseguenze neuro-chimiche del nostro organismo. Secondo John Edward Campbell, professore della Temple University, e Zlatin Ivanov, psichiatra con doppia specializzazione, concludere un’esperienza horror, che si tratti di film o videogame, provoca un rilascio di dopamina collegato alle risposte di rilassamento fisiologico del cervello, con conseguente senso di benessere.

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Il parallelismo cinema-videogiochi horror

Negli ultimi tempi, le console di tutto il mondo hanno goduto di titoli davvero accattivanti, fiori all’occhiello di un’industria in continua espansione. La saga di Resident Evil creata dall’azienda Capcom, ad esempio, ha sfornato dei capolavori in questo senso. Il media franchise horror giapponese regala emozioni ancora oggi, nonostante il suo debutto risalga al 1996. La popolarità del videogame, inoltre, ha convinto l’azienda stessa ad espandere il prodotto, ricavandone film e serie tv, come testimonia l’uscita sulla piattaforma streaming Netflix, programmata per il 14 luglio 2022.

Anche il grande schermo, d’altronde, ha ispirato delle opere decisamente apprezzate. Il film cult Alien di Ridley Scott, impegnato attualmente nelle riprese di Napoleone con Joaquin Phoenix, è stato fondamentale per creare e contestualizzare Alien: Isolation, videogioco capace di vendere 2 milioni di copie nel solo 2015.

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Francesco Cretella

Francesco Cretella

Innamorato della comunicazione in ogni sua forma, specialmente se cinematografica e sportiva. Scrivo per passione e ambizione, rifacendomi ai sei elementi più importanti dell'umanità: chi, cosa, quando, dove, come e perché.

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