Lo scorso 25 settembre le elezioni hanno visto la vittoria del centrodestra, trascinato da Fratelli d’Italia. Quali sono gli obiettivi del nuovo governo in materia di conservazione, salvaguardia, promozione e incentivazione del settore della cultura, dello spettacolo e del turismo?

I punti chiave del governo Meloni

Il punto cruciale del governo Meloni per il settore della cultura è la valorizzazione dell’identità nazionale. Il programma si concentra sulla “creazione di un nuovo immaginario italiano”, promuovendo le figure iconiche dell’arte e della storia italiana, incentivando le rievocazioni storiche, promuovendo il Giubileo 2025 e altri eventi legati alla cristianità. La valorizzazione del patrimonio culturale italiano passa anche per la promozione delle eccellenze legate al Made in Italy e alle bellezze dell’Italia “sommersa”.

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Per rendere il nostro Paese alfiere della cultura in tutto il mondo, il partito di Giorgia Meloni propone di investire gli italiani all’estero del ruolo di “ambasciatori culturali” dell’Italia e del Made in Italy (non è stato specificato come). Il programma prevede la digitalizzazione della filiera della cultura e del turismo. Va anche ripensato il rapporto tra pubblico e privato per consentire l’apertura di beni oggi chiusi al pubblico. Altre proposte sono la detrazione fiscale dei consumi culturali individuali, la valorizzazione del patrimonio Unesco e il contrasto all’abusivismo.

Un altro punto riguarda la riforma del Fondo Unico per lo Spettacolo, anche se non viene specificato in che termini. Un altro obiettivo utile al panorama culturale italiano è la semplificazione della burocrazia relativa ai finanziamenti pubblici. Lo scorso 10 settembre Fratelli d’Italia ha presentato un programma più articolato in cui spicca l’occhio di riguardo che il futuro governo riserva per il turismo.

La centralità del turismo

“Cultura e bellezza, il nostro rinascimento”, il programma presentato da Fratelli d’Italia il 10 settembre, comincia con questa dichiarazione: “L’Italia è conosciuta e apprezzata nel mondo come la Nazione dell’arte e della cultura, come Patria del bello. È nostro dovere proteggere e valorizzare l’immenso patrimonio di cui siamo eredi. Dare sostegno e tutela alla cultura italiana, ai nostri artisti, ai nostri creatori d’immaginario significa proiettare nel futuro il nuovo Rinascimento italiano”.

Un’intera sezione è dedicata al turismo, uno dei motori economici del nostro Paese. Punto chiave del programma è il rilancio dell’Italia e delle bellezze italiane nel mondo, promuovendo il nostro Paese nei circuiti internazionali, creando un coordinamento tra le promozioni regionali e la promozione dell’Italia all’estero. Centrale è il settore della nautica e quello balneare, che va “difeso da ogni forma di ingiusto esproprio” così come si mira a incentivare la digitalizzazione della filiera, anche per combattere l’abusivismo ricettivo (una città per tutte: Venezia). Va introdotto un meccanismo premiante per le imprese che investono sull’accessibilità e sui servizi per le famiglie. La stagionalità dell’impiego turistico verrà superata attraverso la riduzione del costo del lavoro nei contratti più lunghi, per garantire al lavoratore un reddito costante.

Il futuro governo intende anche sostenere il tax credit per permettere riqualificazione e acquisto della struttura in affitto e il sostegno al settore per contrastare il caro bollette. L’ambiente, strettamente connesso al settore culturale, sarà sostenuto soprattutto attuando il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici.

Cultura e governo: quali sono le priorità?

Il governo di Giorgia Meloni dovrà necessariamente allinearsi alla media europea in materia di investimenti per il settore cultura. Rispetto al passato, la nostra spesa pubblica per questo settore va meglio, ma siamo ancora sotto la media. Solo lo 0,7% della spesa pubblica è destinata alla cultura, rispetto all’1% di Paesi come Francia, Germania e Spagna, che ci precedono in classifica. Dopo il Covid, è inoltre prioritario incentivare la partecipazione per riportare il pubblico nei luoghi della cultura. I modi sono molteplici: riduzioni, abbonamenti, convenzioni ma anche detrazioni fiscali per chi spende in musei, cinema, teatri ecc.

Indispensabile è anche ampliare l’organico, assumendo di più e bypassando lo scoglio dei concorsi pubblici che ritardano le assunzioni e diventano un ostacolo insormontabile per tanti giovani. Non solo i grandi centri vanno valorizzati, in ottica di rilancio. Non vanno dimenticati i piccoli borghi e le realtà considerate “minori”. Prioritario è decongestionare le grandi città d’arte, che spesso soffrono la troppa affluenza di turisti (ancora una volta, un nome per tutte: Venezia). Bisogna “dirottare” i turisti su destinazioni più periferiche ma non meno ricche di interesse per favorire un turismo più “lento” e di qualità.

I giovani devono avvicinarsi alla cultura sia come fruitori che some lavoratori. C’è ancora troppo sfruttamento e precarietà, anche tra quelli altamente specializzati, e la cultura è vista come un lusso insostenibile. Non bastano le soluzioni “tampone” come 18app, meglio pensare a un sistema di voucher non riservati a un’unica fascia di popolazione. L’ultimo punto prioritario per rinvigorire il settore cultura sarà poi snellire la burocrazia, vera “palla al piede” per l’economia di questo Paese.

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Giulia Zennaro

Giulia Zennaro

sono una giornalista freelance di cultura e società, scrivo come ghostwriter, insegno in una scuola parentale e tengo laboratori di giornalismo per bambini. Scrivo per Hall of Series e theWise Magazine e, naturalmente, BuoneNotizie.it: sono diventata pubblicista grazie al loro laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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