Promettenti i dati AIE che testimoniano la ripresa dell’editoria italiana

 

I due mesi di chiusura delle librerie hanno penalizzato moltissimo l’editoria italiana con le sue nuove pubblicazioni e, in generale, il mercato dei libri. A marzo e aprile infatti si registrava un calo di vendite del 70%. Fa buon sperare l’ondata di lettori affezionati che, ormai dallo scorso aprile, ritornano a frequentare le librerie. Luoghi del cuore e di aggregazione, oltre che di business libresco.

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Ciò che è venuto a mancare infatti è stato proprio il senso di condivisione de visu. Il leggere insieme un libro e condividere gli spazi che i librai adibiscono per accogliere i lettori. Tuttavia l’online ha salvato i book addicted più incalliti garantendo un minimo di mercato. Durante il lockdown, però, non è stato abbastanza.

I dati AIE sulla ripresa dell’editoria italiana

A dimostrarlo è una ricerca dell’Ufficio studi dell’AIE (Associazione Italiana Editori) che indica come dalla fine del lockdown all’11 luglio la perdita del fatturato si sia dimezzata, passando dal -20% (363 milioni di euro da gennaio al 18 aprile) al -11% (533 milioni di euro dall’inizio dell’anno all’11 luglio, mentre nello stesso periodo del 2001, 600 milioni). Tuttavia il dato è comunque una media che comprende i generi più letti, cioè narrativa, saggistica e divulgazione scientifica. Quelli che hanno più sofferto – e soffrono tutt’oggi – sono invece guide turistiche e libri d’arte.

Per quanto riguarda la frequentazione delle librerie, dall’inizio di giugno si sono registrate punte del +2,5% delle vendite. Un recupero commentato positivamente anche dal presidente dell’AIE Riccardo Franco Levi il quale ricorda quanto il mercato del libro possa contribuire all’economia italiana e non è quindi da trascurare. Come si può vedere nel grafico in basso, l’andamento delle vendite nelle librerie fisiche e in quelle aderenti ad Arianna+ (sistema di servizi di comunicazione e telecomunicazione rivolto a tutti gli operatori del mondo del libro), escludendo Amazon, scende da febbraio a fine aprile del -70,3% per poi risalire a metà giugno del +2,5%.

C’è da considerare che gli acquisti online si sono comunque moltiplicati anche nel settore editoriale durante la chiusura: nel 2019 il 73% delle persone acquistava libri nelle librerie fisiche e solo il 27% lo faceva online. Tra gennaio e aprile invece il mercato online è passato al 48% di utenti. Successivamente ad aprile però le librerie riprendono quota, passando al 56%.

In aumento romanzi e saggi ispirati al coronavirus: un nuovo genere letterario?

Più di una volta pandemia e letteratura nei secoli passati si sono incontrate. Dalla mitologia greca ad Alessandro Manzoni, da Saramago ad Albert Camus, tanti sono gli scrittori sedotti dai drammi derivanti da una pandemia. Un mito letterario divenuto costituente in alcuni casi del genere fantastico, in altri del genere storico.

Tuttavia, mai come adesso l’argomento pandemia è stato così richiesto dai lettori e raccontato dagli autori. Tante sono infatti le vendite dei classici riguardanti le epidemie e molte sono le nuove pubblicazioni sul coronvirus.

Il primo caso è spiegato ampiamente dalla psicologa Susanna Cirone, la quale asserisce che in un periodo eccezionale come quello di una epidemia, è comune vedere persone che ricercano nell’arte, e, nello specifico, nella letteratura, situazioni simili a quelle vissute. Per quanto in realtà possa sembrare controproducente, questo è invece un modo per tenere a bada la paura e la sofferenza, poiché esse sono riconosciute nella lettura che diviene dunque consolatrice.

Il secondo caso è dibattuto dagli editori italiani che prevedono il fiorire di volumi dedicati o saggi su questo tema. «Purtroppo, alla luce del lockdown, tutti hanno cose da dire in merito alla loro esperienza durante l’isolamento forzato – asserisce Fabio Brussi (Antilia Edizioni) in una intervista rilasciata per il Quotidiano del Piave lo scorso 26 luglio –. Io stesso ho ricevuto già quattro o cinque proposte come diari legati al lockdown o resoconti dell’esperienza vissuta: tutte cose che non hanno grande dignità di pubblicazione».

Ad ogni modo, anche celebri autori e filosofi partecipano con le loro riflessioni sull’esperienza coronavirus pubblicando libri. Tra i tanti ricordiamo Noam Chomsky, Slavoj Zizek e il noto Paolo Giordano.

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Martina Tolaro

Martina Tolaro

Martina Tolaro, curator ed editor freelance. Ho collaborato con imprese culturali creative nazionali e artisti internazionali. Scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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