Trovare nuove soluzioni alla crisi puntando sulla ricerca: l’Unione Europea decide di percorrere una strada decisamente poco battuta e stanzia una cifra consistente per dare maggior impulso a nuovi e innovativi campi di ricerca.

Lo ha annunciato Mairie Geoghegan-Quinn, commissaria Ue alla ricerca: l’allungamento della vita ha generato una società “invecchiata”; naturale che questa caratteristica dei nuovi tempi (un unicum a cui i nostri predecessori non hanno mai dovuto far fronte) implichi l’insorgere di nuove problematiche… che necessitano di soluzioni mirate. Il filo rosso lungo cui si dovranno sviluppare le attività di ricerca finanziate dall’Ue sarà “innovazione e commercializzazione delle nuove idee”: una prospettiva orientata al futuro che dovrà rispondere all’ambizioso obiettivo di colmare il divario attualmente esistente nell’ambito dell’innovazione fra l’Europa e Stati Uniti e Giappone.

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7 miliardi di euro: è la prima volta che l’Ue stanzia un pacchetto di finanziamenti di tale portata; si tratta in realtà solo di un primo passo, orientato ad aumentare la spesa per la ricerca portandola dal 2% del Pil (dati del 2009) al 3% entro il 2020… un programma che, oltre ad aprire nuove prospettive, potrebbe anche creare 3,7 milioni di posti di lavoro (generando una crescita annuale che si aggirerebbe intorno agli 800 miliardi di euro). I settori che beneficeranno del pacchetto di finanziamenti saranno sostanzialmente otto:

– “Invecchiamento attivo e buona salute” (sintomatico, il fatto che il primo settore indicato si incentri sulla necessità di miglioramento delle qualità di vita degli anziani)

– “Tecnologie dell’informazione e della comunicazione”

– “Progetti collaborativi fra ricercatori europei e supporto per commercializzare le scoperte”

– “Sostegno ai ricercatori” (in 10000, beneficeranno dei finanziamenti previsti dal programma “Marie Curie”, volto a incoraggiare l’imprenditorialità e la cooperazione fra imprese, università e istituti di ricerca)

– “Sfide ambientali”

– “Alimenti più sicuri e più sani”

– “Nanotecnologie”

– “Trasporti e mobilità”

Quest’anno, circa 16.000 ricercatori potranno beneficiare dei finanziamenti: verrà inoltre assegnato un premio alle donne ricercatrici che, usufruendo dei finanziamenti, sapranno distinguersi come “protagoniste dell’innovazione”. Si tratta, globalmente, di una sfida attuata in un’ottica di lungimiranza: un passo avanti che potrebbe avere delle conseguenze altamente positive anche su annosi problemi che attanagliano il nostro paese, come la fuga di cervelli e la carenza di posti di lavoro in ambiti qualificati.

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Martina Fragale

Martina Fragale

Giornalista pubblicista dal 2013 grazie alla collaborazione con BuoneNotizie.it, di cui oggi sono direttrice. Mi occupo di temi legati all’Artico e ai cambiamenti climatici; come docente tengo corsi per l’Ordine dei Giornalisti e collaboro con l’Università Statale di Milano.

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